Tumassa84 8½ / 10 16/11/2010 04:03:42 » Rispondi Blue Velvet è un film che in qualche modo anticipa stile e tematiche dei lavori recenti più famosi di Lynch, vale a dire Strade Perdute, Mulholland Drive e Inland Impire. Nonostante rimanga a mio parere un gradino sotto queste tre opere, Blue Velvet si fa comunque apprezzare per un'atmosfera inquietante e surreale, e situazioni e personaggi altamente simbolici: Jeffrey, il protagonista, è un ragazzo piuttosto infantile che si trova improvvisamente privato della figura autoritaria e rassicurante del padre (colto da infarto), mentre Frank (uno stratosferico Dennis Hopper) è la materializzazione del suo desiderio di una nuova figura paterna, un concentrato di virilità esagerata e fuori controllo. La maturazione avverrà quindi tramite il confronto con questa nuova autorità e il suo superamento, oltre che con la scoperta e la conquista dell'universo femminile. Quest'ultimo è rappresentato in maniera bipolare dal personaggio puro, candido e ingenuo della Dern, e quello sensuale, depravato e masochista della Rossellini: esse per il protagonista sono come due lati della stessa persona (e infatti egli passa senza problemi dal fare l'amore con una a dichiarare il proprio innamoramento all'altra), le due facce della stessa medaglia entrambe indispensabili alla sua maturazione come adulto.
Apparentemente, però, sembra mancare la tematica più caratteristica del cinema lynchano, ovvero il sogno. Ma non è così. Come già detto, l'atmosfera surreale rende già di suo la pellicola impregnata di una dimensione onirica, ma il riferimento al mondo dei sogni diventa esplicito in più di un'occasione. "Now it's dark" ripetono più di una volta i personaggi; e più di una volta si vedono immagini di fiamme e luci che si spengono per lasciare spazio al buio. E questi sono espedienti simili a quelli che nei film successivi Lynch utilizzerà per guidarci all'interno dei sogni. Così canta Frank a Jeffrey, in una delle scene più memorabili dell'intero film: "In dreams, I walk with you. In dreams, I talk to you. In dreams, you're mine. All the time. We're together. In dreams, in dreams. For ever in dreams". Sicuramente non sono parole casuali, tutt'altro. Inoltre, la scena finale viene introdotta con la macchina da presa che virtualmente esce dall'orecchio di un Jeffrey dormiente, come a dirci che tutto quello che abbiamo visto era stato frutto delle sue fantasie oniriche. Ciò che è diverso rispetto a Strade Perdute, Mulholland Drive e Inland Impire è che qui non abbiamo un'interruzione traumatica del sogno con ritorno improvviso a una realtà inaccettabile: dimensione onirica e dimensione reale non si escludono a vicenda e danno vita a un intreccio lineare sia nel tempo sia nello svolgimento. Perchè il mondo di Blue Velvet "è uno strano mondo", in cui tutto è sogno e tutto è reale.