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PRINCE OF PERSIA: LE SABBIE DEL TEMPO regia di Mike Newell

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Barbossa     6 / 10  22/05/2010 00:23:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Curioso,
Per molti versi "Prince of Persia" è facilmente accostabile al recente "Robin Hood" di Scott, entrambi accomunati da un'estetica ipercinetica troppo spesso fine a se stessa.
Ma ciò che è più curioso è come il primo sia, tirando le somme, più risciuto del secondo, certo non è suggestivo come il film di Scott, ne tecnicamente confrontabile, ma risulta avere più carisma, più appeal e alla fine essere più piacevole e divertente,
Forse le motivazioni vanno ricercate in primis in una sceneggiatura che, anche se costruita per accumulo di scene d'azione virtuosistiche e dinamiche, risulta più semplice e meno pretenziosa rispetto a quella del film di Scott, certo, ha meno da raccontare, ma ha più tempo per farlo nel migliore dei modi.
Questo, in ogni caso, non significa che i personaggi o la vicenda siano particolarmente appronfonditi ne che la regia di Newell ricerchi una qualsiasi pregnanza, significa solamente che tutto ha più spazio, più aria, permettendo così che qualcosa emerga, per quanto poco.
In secondo luogo grazie al buon finale, che ripropone un gioco ad incastro all'Indiana Jones rivisitato nell'estetica surreale e pirotecnica del videogioco.
In fine nella scelta del cast che nel suo essere inedito per un action movie di questo tipo garantisce freschezza al film (su tutti Gyllenhaal che con la sua aria glamour e vagamente spiazzata evita di far cadere il suo personaggio nello stereotipo dell'eroe testosteronico alla Sam Wortington).
Certo se Newell non si fosse perso nelle vorticose scene di battaglia e avesse posto maggiore accento sull'intreccio e sui personaggi, e se magari Gregson-Williams riuscisse uscire dall'impass in cui sembra essere finito nelle sue ultime colonne sonore, il film sarebbe potuto essere anche un piccolo cult sulla linea della "Maledizione della Prima Luna", ma non si può avere tutto e, alla fine, la nuova produzione di Brukheimer risulta comunque piacevole e fresca, con quale fievole scintilla qua e là e il tutto sommato dignitosa.
peter-ray  23/05/2010 23:27:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hai perfettamente ragione
Il fatto è che Prince of Persia nasce come un videogioco dalla trama semplicissima, quindi per forza di cose non può essere pretestuoso in quanto non si prende troppo sul serio.
Non si può di certo dire la stessa cosa di Scott.

Barbossa  25/05/2010 18:23:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì infatti,
In virtù del soggetto più complesso, la sceneggiatura di "Robin Hood" finisce con il prendersi troppo sul serio, mettendo troppa carne sul fuoco (è l'effetto SpiderMan 3, il film era talmente atteso che gli sceneggiatori, per far le cose più faighe e fatte in grande, hanno tirato in ballo talmente tanti personaggi, situazioni e tematiche fino ad incasinare a tal punto il film da renderlo inguardabile, o quasi).
Esempio:
Entrambi i film fanno ricorso ad alcuni sketch comici per alleggerire il tono del lungometraggio al fine che non risulti troppo drammatico.
Robin Hood affida questi "spezzoni comici" a ben 5 personaggi (i tre compagni di Robin Hood, Fra' Ta e lo sceriffo di Nottingham) e a qualche dialogo tra Robin e Marion; Prince of Persia li concentra sullo sceicco Amar (Alfred Molina) e sui dialoghi tra Dastan e Tamina.
Il risultato è: gli spezzoni comici di Robin Hood non arrivano, sono dispersi su troppi personaggi che non hanno lo spazio per emergere e per catturare l'attenzione dello spettatore (3 sicuri di quei 5 personaggi risultano totalmente inutili), mentre quelli di Prince of Persia riescono a divertire ed alleggerire con efficacia il personaggio di Dastan allontandolo dal clichè del super-eroe epico, pur non essendo eccelsi ne indimenticabili.