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NEMICO PUBBLICO regia di Michael Mann

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williamdollace     10 / 10  07/11/2009 01:34:06 » Rispondi
Non c'è tempo per le sepolture e le loro verbose restituzioni, la violenza delle immagini sprigionate dal Cinema di Mann trapana furiosa cuore e cervello ma soprattutto occhi e corpo come la sua macchina da presa e la posizione dalla quale violenta continuamente lo schermo e indaga continuamente i segni dei corpi, i segni sui corpi, i corpi.

Come l'elogio incondizionato di ogni velocità. Come l'essenzialità estrema dei dialoghi che saltano tutto l'apparato blasfemo dell'ipocrisia di ogni comunicazione, risoluti e asciutti come le sue fucilate, perché solo nel suo Cinema si spara davvero. E sono cannonate. E i fori che provoca sono enormi, salta l'intonaco e la corteccia, i vetri vanno in pezzi, si spezzano i corpi sforacchiati senza falso pudore merlettato e il sangue scorre, scorre e basta, gli sguardi sono sempre ultimi sguardi, rantoli di vita vera nella consapevolezza del Caos del futuro. Vietato parlare di passato. Sempre presente e proiettato nel futuro Il cinema di Mann è l'impossibilità della parola ‘per semprè e nello stesso tempo l'impossibilità dei corpi di non impattare comunque gli uni contro gli altri, in fiamme, nelle dualità che si specchiano sempre le une dentro le altre, nell'impossibilità di ogni definizione tanto quanto è impossibile definire la vita, perfetta nel suo essere essenzialmente imperfetta.

In Miami Vice Colin Farrell nella casa dello spacciatore/informatore ad un certo punto guarda fuori dalla vetrata verso il mare, zoom in/zoom out velocissimo di Mann. Ad un certo punto in Public Enemies Johnny Depp si gira verso la strada polverosa, zoom in/zoom out velocissimo di Mann: La vita. La stessa vita. In un'inquadratura.