Bonvi 10 / 10 07/12/2008 01:13:36 » Rispondi Potente. Mastodontico. Inevitabilmente aulico nella sua profonda e cattiva visione del futuro. Un futuro come quello di BLADE RUNNER esiste solo in questa pellicola. Decisamente deviante la ricostruzione del futuro che vede una razza umana ormai tramutata in una razza inumana, cresciuta sotto l'egida dell'egoismo contro ogni cosa si frapponga fra lei ed i suoi obiettivi. Una società così perversamente persa nell'oblio dell'evoluzione che si riconosce solo nella misura, ultima, di vicinanza con un Dio sempre più tecnologico. Una società che genera androidi simili all'uomo, quasi a voler scacciare gli incubi di incivilità che l'hanno portata a distruggere il pianeta e ad infestare il resto del sistema solare (ed oltre). Una società che genera androidi perchè tenta, disperatamente (dopo aver raggiunto tutto il resto) di raggiungere l'ultimo gradino della scala evolutiva: Dio. Creando androidi simili all'uomo, l'uomo stesso si eleva a Dio e ne diventa co-inquilino in questo universo che non ha più segreti. Ma proprio quando l'uomo crea l'androide si scopre che quest'ultimo è infinitamente più umano del proprio creatore, così come l'uomo si è sempre sentito più umano del suo stesso Dio. Androidi così umani da provare emozioni "vere" e non sintetiche. Le emozioni sintetiche le provano i veri essere umani, simulacri dell'umanità passata. I personaggi sono rinchiusi dentro al loro nefasto destino, intrappolati sul suolo di un pianeta-spazzatura che fagocita ogni velleità di riscatto. Nella Los Angeles del 2019 Rick Deckard caccia androidi per conto della Polizia, facendo parte della squadra speciale "Blade Runner". E la sua è una caccia spietata che lo porta a confrontarsi con un'umanità sempre più alienata e con androdi che, invece, puzzano di umanità vera, old fashion. Apocalittico. Ma anche raffinato e pesante. Colpisce duro, come un pugno nello stomaco se si pensa che è stato realizzato nel 1982 ed ha, oggi, un valore profetico non indifferente. Acuto e forbito, rende sullo schermo un'umanità burattinaia che muove le fila di numerose creature raccapriccianti e deformi. La caccia agli androidi avrà una sua conclusione che, dopotutto, lascia l'amaro in bocca e ci fa capire che esiste un motivo per cui il protagonista, fino alla fine, si è comportato come un vero umano vecchio stile.
Rick Deckard è un androide. L'unicorno di carta lasciato di fronte a casa sua implica che qualcuno conosca i suoi sogni. Ergo, anch'egli è un androide, motivo per cui si comporta come un rispettabile essere umano per tutta la pellicola. Eccezionale!
In più, ha generato una frase che rimarrà, per sempre, nel collettivo comune di questa società.
« Io ne ho viste, cose, che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire. »
Lot 12/12/2008 15:09:22 » Rispondi Eheh... grande.
In pricipio non avevo capito che Deckard fosse un replicante. Fui depistato dalla versione con voce fuori campo e finale "lieto" fine incollato alla buona.
Dopo diversi dibattiti e rivedendo la versione Director's Cut per 5 volte di fila sono poi finalmente riuscito a dare le stesse tue conclusioni.
Meritatissimo 10
Bonvi 22/12/2008 11:07:13 » Rispondi Beh, grazie mille!