Hal Dullea 1 / 10 29/09/2008 22:20:10 » Rispondi "Memento", come storia, è il resoconto d'un banalissimo caso d'amnesia anterograda ("alia quaestio", trasversale, rispetto alla MBT, alla MLT e all'odierna "working memory", la "memoria di lavoro" di Baddeley). Una palla studiarsela a Neuropsicologia così come i casi di Oliver Sacks o quelli di psicosi ("Spider" di Cronenberg, "Two Sisters" del tizio coreano), e peggio ancora quando bisogna relazionarcisi in terapia. La confezione sarà pure ottima, ma l'impressione è che chi adora questi film, con il decorso narrativo caotico poiché riportato dall'interno dello psichismo malato, lo faccia per affinità elettiva, entrando "in risonanza" con tanto marasma e, peggio ancora, beandosene catarticamente. Ossia rinnegando per se stesso patologie mentali di simile portata. E la negazione della realtà sia endogena che esogena, tanto più quando è avversa, è, guarda la coincidenza, il tema di "Memento" e il principale sintomo della psicosi. "A questo proposito [...la psicologia cognitiva] parla di 'ottimismo idiotà, che viene associato alla cosiddetta 'sindrome di Pollyannà, dal nome di un famoso film di produzione Disney del 1960 [basato sui romanzi dell'inglese Eleanor Porter (1868-1920)]. Tale sindrome consiste nel percepire, ricordare e comunicare in modo selettivo soltanto gli aspetti positivi delle situazioni, ignorando quelli negativi o problematici. [...] La credenza finale è [...] nella terra come un Eden" (Luigi Anolli, "L'ottimismo", 2005, p. 103).*
*Per i link esplicativi, cercare il mio post nel forum collegato alla recensione di questo film.
Mauro Lanari
somberlain 29/09/2008 22:41:05 » Rispondi Banalissimo caso di amnesia anterograda? Ah, si: anche Sacks scrisse dello smemorato che si tatuava i ricordi per scovare l'assassino della moglie... ;)
wega 29/09/2008 22:45:18 » Rispondi Dai dai Lanari è un grande. Poco da fa'. Anche se per me il film è da otto.
Hal Dullea 30/09/2008 00:37:11 » Rispondi Cronenberg e il coreano sì. E sei poi non sei stato mai faccia a faccia con un ricoverato psicotico, Nolan è quasi nulla.
Rask 26/10/2009 11:51:06 » Rispondi A me 'sto film ha provocato dolore. Non mi sono beato dell'arzigogolo, sono entrato in totale empatia con l'atrocità esistenziale di Shelby. Almeno per qualcuno, la tua analisi non vale.
Mauro Lanari 30/09/2008 20:21:11 » Rispondi Comunque la mia, NONOSTANTE TUTTE LE APPARENZE, vuole essere un'autocritica. Il film è del 2000 e io all'epoca ne rimasi entusiasta consigliandolo a chiunque facesse autoanalisi. Pensavo, infatti, che Nolan avesse messo in scena la psicopatologia della negazione identitaria per esporla, enunciarla e d-enunciarla. Invece, 8 anni dopo, constato che quasi 250 utenti ne ammirano l'arzigogolio: o perché non vi si identificano e rispecchiano, o viceversa perché lo trovano attraente, ammaliante, seducente, fascinoso, magnetico ("E il naufragar m'è dolce in questo mare"). Indi per cui poscia, ho la prova provata d'aver male interpretato le intenzioni autoriali e/o l'effetto scatenante dell'opera. D'altronde il film presenta pure un caso parallelo, quello interpretato da Tobolowsky e raccontato con classica linearità, ma non è fregato a nessuno (a parte il Mere).
somberlain 30/09/2008 22:38:31 » Rispondi Beh, effettivamente ho sempre pensato di essere un po' ebefrenico...uahuahuahuha!!! A parte gli scherzi trovo interessante il tuo ragionamento, anche se un po' caotico (dici che è un ottimo prodotto ma voti 1, addossando la colpa prima agli spettatori, colpevoli di non aver colto il vero significato del film -in quanto tutti inconsapevolmente psicotici-, per poi far virare a te stesso tutta la responsabilità di tale male interpretazione...). Comunque secondo me il messaggio della negazione identitaria non l'hai colto solo tu (sicuramente ad un primo impatto viene offuscato dalla mirabolante tecnica registica). Solamente è difficile per chi non è psichiatra o esperto in materia tradurlo in parole come fai tu.
Hal Dullea 30/09/2008 23:06:11 » Rispondi Ma proprio poiché è un "prodotto" (io ho parlato di "confezione") devo giudicarlo soprattutto per il resto. Il quale lo interpretai male, sì, ma in quanto supponevo che avrebbe perturbato la psicotica crisi identitaria di noi tutti, e invece adesso prendo atto che ha sortito l'effetto contrario: questo film ha compiaciuto e deliziato, incistando quindi la patologia mentale. Da qui il mio 1. Si tratta d'un'analisi del decorso post-"terap(eut)ico" (aka follow-up o catamnesi). E il senno di poi mi dice che a suo tempo ho toppato di brutto.
Kater 17/10/2008 20:52:55 » Rispondi Fantastico Mauro! Ma peccato che questo è un film e questo è un sito per commentare i film e quindi l'arzigogolo, non il fenomeno psichiatrico.
P.S. guarda che l'hai capito tutti che metti gli 1 per farti notare.
Jellybelly 17/10/2008 22:12:00 » Rispondi In realtà mette gli 1 su filmscoop perché imdb gli aveva chiesto di diventare il presidente del sito, ma lui ha rifiutato per umiltà.
Max78 01/10/2008 15:53:06 » Rispondi Bo a me è piaciuto assai perchè in definitiva mi sentivo incasinato come il povero protagonista, cmq secondo me non è giusto cambiare opinione in base a quel che trovano le altre persone in una determinata pellicola, se no ti posso dire che "Colpo di spugna" può essere recepito malamente e con eventuali conseguenze peggiori di "Memento" non credi?
Hal Dullea 01/10/2008 18:55:04 » Rispondi Eh eh eh. "Colpo di spugna", dopo la mia recensione, l'hai commentato solo tu. Il che TENDE a dimostrare che Tavernier fa ben capire da che parte (gli) tira l'aria, al punto che, INFATTI, viene evitato. Qui, invece, si riscontra un plauso incondizionato, e allora forse pure tu, come io all'epoca, hai attribuito a Nolan e/o al suo film intenzioni non sussistenti. Il giorno che anche Tavernier riceverà quasi 250 voti intorno al 9 OMETTENDO L'ESSENZIALE che tu e io ci stiamo dicendo ("a me è piaciuto assai perchè in definitiva mi sentivo incasinato come il povero protagonista"), allora sarò costretto a ritrattare pure il mio giudizio su "Colpo di spugna". Nelle teorie interpretative, o più semplicemente nell'analisi sociologica di come un'opera viene percepita dagli spettatori, bisogna sempre riflettere molto, anche a distanza di molti anni. L'ho postato nel 3d su 2001, con un link alla cosiddetta "storia degli effetti". Filosofia, sì, ma non difficile. Se vuoi, rieccoti la url: http://209.85.135.104/search?q=cache:cSK0H0F5ZFkJ:www.emsf.rai.it/scripts/interviste.asp%3Fd%3D503+Gadamer%22Storia+degli+effetti%22+Wirkungsgeschichte&hl=it&ct=clnk&cd=1&gl=it Ciao.
Max78 01/10/2008 23:03:40 » Rispondi Ma non concepisco propio questo tuo modo di vedere il cinema :)
Max78 01/10/2008 23:10:05 » Rispondi Poi cmq può bastare 1 voto per "Colpo di spugna" il mio, metti che domani piglio una pistola e faccio fuori tutti quelli che mi stanno sulle balle e poi te lo confesso in questo commento, tu che fai? ti servono ancora 300 voti? e l'opinione della collettività?
Hal Dullea 02/10/2008 00:08:54 » Rispondi Nel tuo caso farei uno strappo alla regola e, qualora tu passassi dalle parole ai fatti con un bell'eccidio, darei "10" a Tavernier. Di rado, ma qualche volta la qualità è indipendente dalla quantità. Colpo (di spugna) in canna e mi terrò informato tramite i dispacci ansa.