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STALKER regia di Andrei Tarkovskij

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RedMosquito79     10 / 10  03/08/2007 13:42:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“Lentezza”?
Perché si parla di lentezza riguardo alle opere complesse. Forse siamo noi che, rendendoci conto della nostra incapacità di cogliere un racconto lineare, ci giustifichiamo. Ma come reagiremmo allora di fronte a certi movimenti pittorici senza esserci prima informati tramite i libri di critica? Esiste veramente la necessità di creare dei costrutti mentali, dei pattern stilistici? O sono semplicemente delle bariere alla comprensione vera? Quella individuale.
Spesso quando si discute di un lungometraggio si usa questo aggettivo con accezzione negativa. Si instaura un movimento bipolare tra i pro e i contro, molto netto. C’è la tendenza ad annullarele sfumature, le tonalità meno abusate, i bellissimi tratti di grigio o l’allegorico filtro di seppia.
Ma cosa sarebbe l’arte se la privassimo dell’aspetto riflessivo; se non ci facesse più sognare e pensare, e modificare continuamente le nostre sicurezze.
Allora, forse, sarebbe più giusto distinguere tra gioco, passatempo fragile, commedie e opere d’arte tout court. Ma non si può: non esistono confini o muri invalicabili. Il cinema non è forse gioco e presunzione al tempo stesso?
Vi propongo un semplice esercizio: vedete prima 2001 di kubrick e poi 2020: l’anno del contatto. Cinema e anti-cinema: ha importanza svelare i misteri, prima descrivere e poi spiegare tutto, procedere in maniera lineare e continua, elaborando un noioso resoconto dei fatti, secondo uno stile scolastico e rigidamente standardizzato? Dal canto mio preferisco la discontinuità.
L’uomo in genere non conosce le risposte a numerosi quesiti; ha una natura complessa e misteriosa. E allora perché ostacolare la riflessione sulla percezione di fatti e racconti complessi e non univoci?
Il cinema è un artefatto, un costrutto che da sfogo ai nostri bisogni di fuga dalla realtà prevedibile; e in alcuni casi colpisce dritto all’animo, lasciando anche interrogativi, a cui si può rispondere o dare semplicemente sollievo grazie alla soggettività di ognuno, al proprio bagaglio culturale e all’esperienza.
Cosa sarebbe il cinema, l’arte in genere se lo privassimo di tutti questi aspetti, seguendo dei percorsi già preestabiliti? cosi si rischierebbe di distruggere la fruizione sinestetica, annullando l’immaginario che solo esso può regalarci…
Crimson  08/08/2007 16:51:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sì ma non hai scritto una sola parola sul film