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GRINDHOUSE - A PROVA DI MORTE regia di Quentin Tarantino

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Marlon Brando     10 / 10  03/06/2007 22:27:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Eccolo tornato Tarantino: come al solito eccessivo, cinefilo e geniale.
Come sempre il film è un cocktail di generi come nei suoi film precedenti: horror, thriller, giallo, commedia, grottesco... Insomma, ovviamente PULP.
Il voto è 10 per il mirabile obiettivo del film: ritornare ad un autentico cinema d'autore.

Il pregio maggiore del film è la visione generale che Tarantino tenta di darci: Tarantino E' la ragazza (e tutte le ragazze) che sta per essere uccisa di fianco a Stuntman Mike, non a caso nel sedile dell'automobile da stuntman in cui una volta veniva utilizzato per l'operatore della cinepresa. Tarantino E' Stuntman Mike con la sua passione feticista per i piedi. Purtroppo, però, non riusciremo mai avere una visione reale dell'America, i punti di vista sono troppi e divergenti e un'etica comune non è possibile trovarla. Tarantino, dunque, sospende un qualsiasi giudizio morale e si limita a parlare, in apparenza banalmente, di cinema. Quel cinema del passato fatto con pochi mezzi e ambizioni artistiche, ma con passione, la passione che manca al giorno d'oggi per fare quei film che vantano solo gli effetti speciali. Sembra che quel vecchio cinema, tanto rinomato per la sua "sincerità autoriale", per Tarantino sia un riflesso, seppur opaco, della realtà. Al contrario i film attuali presentano una realtà distorta, patinata e posticcia, che non colpisce e stimola, ma ripropone gli stessi stilemi e la semplice, ma reale crudezza dei film passati non c'è più. Quella di Tarantino è una realtà cinematografica: è ancorato al passato e ci mostra la sua personale visione come in un sogno ad occhi semi-aperti: un gruppo di *****tte omologate con l'ombra di Stuntman Mike che passa attraverso. Realtà contrapposte che si incontrano/scontrano con effetti devastanti. Osservando il gruppo di ragazze è dunque spontaneo chiedersi allora se sia il mondo ad essersi involuto e non il cinema, che di conseguenza peggiora perchè riflesso di una realtà patinata. A questo punto Tarantino sembra contraddirsi, ma il suo giudizio è estetico e non etico: la realtà di una volta era cruda così come quella di adesso, ma la realtà odierna è semplicemente più "brutta" come lo è il nuovo cinema. La costruita e finta bellezza d'oggi non è più la reale e crudele bellezza di una volta.
Infatti il finale giustamente demenziale non è alla ricerca di una morale, se non quella della giustificazione.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  04/06/2007 01:47:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A parte che non condivido il tuo entusiasmo e già il mio commento mi costerà insulti a non finire tra i fans di Tarantino (lo sono anch'io in fondo un fan), quello che dici alla fine mi sembra interessante ma discutibile: non so se il cinema di oggi sia peggiore, ma è certo che se avessimo un Tarantino fra quarant'anni citerà come "capolavori" molti b-movies di oggi che magari tu, o altri, hanno male giudicato.
Alla fine è solo una questione temporale... di nostalgia perchè per esempio un Vin Diesel che a me non dice molto sarà sicuramente riscoperto fra decenni come un'attore di quelli tosti e i suoi film rivalutati come veri e propri cult