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PIRATI DEI CARAIBI: AI CONFINI DEL MONDO regia di Gore Verbinski

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K.S.T.D.E.D.     7½ / 10  28/05/2007 19:03:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una ricostruzione così splendida del fascino piratesco non può non essere premiata e non è necessario più di una manciata di minuti per rendersene conto; una delle scene d'apertura si svolge a Singapore, regno di Sao Feng, e in particolare in una cittadella (che oltretutto somiglia alla prima fantastica cittadella di Monkey Island 2 e già questo, per quel che mi riguarda, è fantastico) costruita con una ben più che efficace dovizia di particolari; da ciò ci si rende conto, e non è cosa da poco, dell'attenzione che si è dedicata al dettaglio e, quindi, non solo alle scene epiche, alle battaglie leggendarie e ai disastri di immane portata ma che, al contrario, si respira un'atmosfera piratesca in ogni singolo fotogramma, che sia in mezzo al mare, su una spiaggia deserta, in una cittadella o in una stanza; la si respira anche osservando semplicemente le cianfrusaglie.

E' esagerato, è vero, e gli effetti speciali contribuiscono fortemente a tale esagerazione, ma, cosa più importante, è giusto che sia così.
Il pirata, da sempre, è una figura caratterizzata soprattuto da un certo cinismo, spietato cinismo, quando si tratta del potere o delle proprie ambizioni, quindi predisposto a continui accordi e a relativi tradimenti per raggiungerle, ma è caratterizzata, al tempo stesso, anche da quel lato tendente al buffone, al rozzo e all'amante di sbornie da grog; bene, Jack Sparrow, e più in generale questi Pirati dei Caraibi, sono una versione caricaturale del pirata, una versione esasperata che esagera il concetto del pirata divertente ed ubriacone ed è su questo che principalmente si basa.
Penso che ciò sia ormai abbastanza chiaro, già dal primo episodio e quindi critiche del tipo "si poteva puntare su un aspetto più dark.." e simili, non hanno molto senso (e a scrivere ciò è uno che avrebbe preferito che "Pirati dei Caraibi" fosse un insieme di capitoli incentrati sull'aspetto più cinico e realistico del pirata).
Il discorso, pertanto, è sempre lo stesso e cioè che se si è arrivati al terzo capitolo di una saga e si presume, in conseguenza di ciò, che chi paga per andarlo a vedere sia cosciente del taglio buffonesco-stravagante, risulta inutile criticare quest'ultimo perché non è come NON si pensava che fosse.
Non sono, inoltre, molto d'accordo con coloro che parlano dell'assenza di storia. Io mi chiedo cosa si cercasse in più, a questo punto. Ci sono intrighi, sotterfugi, accordi e tradimenti (come dicevo prima, in perfetto stile piratesco); si oltrepassano i confini del mondo per riportare in vita, e ognuno per il loro personale scopo, il pirata più buffone della storia; un olandese volante più affascinante che mai; maledizioni che si ripetono; storie d'amore dal sapore mitologico...e, il tutto, mescolato a quell’aspetto esageratamente ironico che risulta, nel suo intento di divertire e di dare leggerezza alla pellicola, più che convincente.

In fin dei conti, un’avventura esagerata, leggera, surreale, fantastica, spassosa, un calderone fatto di leggende piratesche, storie d’amore classiche e meno classiche, buffoni, mostri e chi più ne ha più ne metta che raggiunge il duplice obiettivo prefissato e cioè gli incassi da una parte e il divertimento, innegabile, dall’altro.

Apro un piccola parentesi relativa alle interpretazioni. Tutti offrono una prova ottima (Depp e Rush su tutti) tranne Orlando Bloom e la Knightley che effettivamente non sono i migliori attori della storia del cinema.

Ad ogni modo, per concludere, se doveste decidere di andare al cinema a vedere questo terzo capitolo, tenete bene a mente che è una produzione Disney, 2007 (un prodotto, pertanto, delle tecniche più moderne, effetti speciali compresi) e non una produzione RKO, anni ’40.