thohà 9 / 10 10/04/2007 10:40:09 » Rispondi Concordo con il commento precedente, aggiungendo che è difficile far collimare un film di guerra con la poesia. Durezza e poesia. La paura, l'angoscia, la tensione sono palpabili. C'è poca disponibilità, da parte di un ottimo Nick Nolte, che interpreta il colonnello, alla comprensione verso i suoi uomini: "Bisogna preoccuparsi di un soldato solo quando smette di lagnarsi". I pensieri che passano nella mente di Caviezel vengono uditi dallo spettatore: "Cos'è questa guerra stipata nel cuore della natura? Perché la natura lotta contro se stessa? Perché la terra combatte contro il mare? C'è una forza vendicativa nella natura... forse più di una". La natura è complice nel rendere ancora più bello questo film. Le scene di battaglia sono quanto mai realistiche e, sebbene lunghe, mai noiose. Atti di puro eroismo che saranno ignorati; pazzia che colpisce chi è stremato dalla fatica e dal dolore, che nessuno può attenuare; giovani e giovanissime vite che se ne vanno. "Ho ucciso un uomo". In guerra dovrebbe essere normale. Invece è atroce, sconvolgente. E anche gli odiati giapponesi sono uomini, spaventati e tremanti. Bellissima la figura gentile del soldato (Caviezel), pietoso e col pensiero sempre rivolto a D.io. Ottimo Sean Penn. Potente il contrasto tra i pacifici indigeni e la guerra che infuria. Colonna musicale perfetta, mai invadente. Non mi sono mai piaciuti i film sulla guerra.
"Questo grande male, da dove viene? Come ha fatto a contaminare il mondo? Da quale seme, da quale radice si è sviluppato? Chi è l'artefice di tutto queto? Chi ci sta uccidendo? Chi ci sta derubando della vita e della luce, prendendosi beffa di noi, mostrandoci quello che avremmo potuto conoscere? La nostra rovina è di sollievo alla terra? Aiuta l'erba a crescere, il sole a splendere? Questa ombra oscura cos'è? Tu hai mai attraversato questo buio?".