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HOSTEL regia di Eli Roth

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Requiem     5½ / 10  24/06/2006 19:45:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Eli Roth al suo secondo film delude un po' le aspettative.
Il suo primo film, l'inutile ma divertente "Cabin fever" era tutto un susseguirsi di citazioni dai classici dell'horror, ma in quel caso Roth aveva buttato tutto sulla farsa e sul grottesco.
Qui invece di ironia non vi è traccia. Parte vome il solito teenager movie con i soliti ragazzi , questa volta in trasferta in Europa, con il solito sfilare di kuli e t.e.t.t.e di stragnocche, poi diventa un film di torture, che tenta di imitare il cinema estremo orientale. Non ci riesce, perchè alla fine tutto si riduce a una serie di spruzzi di sangue, arti mozzati ecc, ma neanche particolarmente impressionanti. Roth è fan di Miike. L'aveva già incontrato per una intervista su "Gozu", insieme con Gullielmo del Toro. Qui Miike compare in una scena. Ma il regista giapponese è molto lontano.
Vista l'esilità della trama, e la mancanza di pathos, Roth poteva buttarla ancora sulla farsa, ma stavolta ha rinunciato, credendo di poter fare un film malato sulla violenza. Ma tutto appare contruito ad arte lontano un miglio, con goffe citazioni dal solito Tobe Hooper di "Non aprite quella porta", da "Untold story" e perfino dal terribile "Man Behind the sun".

Meglio di "Saw" e simili.
Almeno Roth ha uno stile lineare e non fastidioso.
Però Deve crescere e tanto. Il mix che vorrebbe fare fra cinema di serie B americano (rappresentato benissimo di recente da Rob Zombie nel suo fantastico "The devil's Rejects") il cinema malato di Tobe Hooper e quello estremo di Takeshi Miike, è pura utopia.