rox special 5½ / 10 07/05/2006 13:47:25 » Rispondi Il testimone è passato dalle mani del maestro De Palma, dal re dell'azione Woo fino ad arrivare al semisconosciuto Abrams. Diciamocelo: in fondo la saga di Mission impossible non è il massimo. Il primo film, forse l'unico accettabile, peccava di un finale a dir poco ridicolo, troppo pirotecnico; nel secondo (il peggiore dei 3) Woo si cimentava nel tanto caro gioco delle maschere rendendolo esasperante. Inoltre la saga iniziava a dare segni di americanizzazione preoccupante. Il terzo riesce a trovare il giusto equilibrio fra i 2, strizzando l’occhio ai recenti film di James Bond. L'inizio è promettente: un rapido scambio di battute fra Cruise e un bravissimo Hoffman che ricorda tanto il dialogo fra De Niro e Al Pacino in Heat, un momento di estrema tensione concentrato nei primissimi piani dei due antagonisti ed incorniciato dalle loro voci che tentano disperatamente di ottenere quello che vogliono. Dopo inizia la lunga analessi e, nel contempo, anche la fierà delle banalità. Ci sarebbe da fare un lungo discorso sulla credibilità degli eventi ma preferisco non farlo. Il film, nel suo lento procedere, somiglia sempre meno a un film seriale e sempre più a un monotono videogioco. Punto forte della pellicola è il cast, decisamente superiore ai film precedenti. Inutile sprecare parole per Tom Cruise. L’abilità di un attore sta nel far identificare lo spettatore con lui; con Tom Cruise non mi identifico (così come lui non si identifica col personaggio: è Tom Cruise dall'inizio alla fine, un *****tto 40enne strapagato che cerca di dimostrare 15 anni di meno), e non soffro per lui. Anche perché so che è impossibile che muoia alla fine del film. Tirando le somme Mission impossibile 3 si presenta come un semplice film d’intrattenimento e, visto da questo punto di vista, in fondo si può chiudere un occhio e dire che è un film guardabile. Non si può invece chiudere un occhio sulla forma, senza più anima.