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L'ESORCISTA regia di William Friedkin

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Invia una mail all'autore del commento Iovink     10 / 10  08/04/2005 20:26:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non esistono parole in grado di rendere omaggio ad uno dei film piu' belli della storia del cinema. I motivi sono numerosi e, piu' che un forum, sarebbe necessaria un' autentica tavola rotonda per estrapolare da esso tutte le componenti (cinematografiche, psicologiche, sociologiche, religiose) in grado di renderlo intramontabile anche a distanza di anni dalla sua uscita.
Come noto, i temi narrativi del film sono due: l' evoluzione della possessione diabolica della piccola Reggan e la vicenda personale di Padre Karras. Pur non essendo egli L' esorcista del titolo, è arduo inquadrarlo nella veste di semplice co-protagonista. Il buon Damien è un uomo complesso; la sua fede non è piu' quella di un tempo e non è necessario andare alla ricerca di chissà quale ragione sepolta nel suo passato per capire le ragioni di questa sua crisi. In fondo, chi di noi, nel corso della sua vita, non ha smarrito la propria strada almeno una volta? A questa incertezza, che non gli consente di esercitare il proprio ruolo di prete/confidente nel migliore dei modi, si aggiunge la triste vicende della madre malata. La sequenza in cui il nostro rientra a casa e viene accolto affettuosamente dalla donna è di una tenerezza disarmante (specialmente se rapportata all' inferno che si sta per scatenare); altrettanto coinvolgente è il dolore dell' uomo di fronte alla situazione della povera anziana, quando quest' ultima viene tradotta in quella sorta di "moderno lebbrosario" in cui neanche un topo avrebbe il coraggio di trovare rifugio. Quell' appello disperato:" Perchè hai fatto questo a me, Demi?" rimane impresso nel cuore del religioso, divenendo un' arma micidiale a favore del demone Pazuzu che non esiterà ad utilizzarla per colpirlo letteralmente "al cuore". Nonostante tutto questo, Damien va avanti; magari rifugiandosi nella bottiglia, oppure prendendo a pugni un sacco....In ogni caso non si arrende e si prepara ad affrontare una sfida dai risvolti mortali. Ed ecco l' altro asse portante del film: la possessione ( e il relativo esorcismo). Si è detto tutto e il contrario di tutto in merito alle sequenze che hanno terrorizzato gli spettatori a partire dal lontano 1973 (la voce dell' indemoniata, la testa che gira su se stessa, la recentemente inserita spiderwalk, le provocazioni dell' entità malefica...). A malincuore ho dovuto constatare che una parte degli attuali fruitori di film horror reputa superati certi effetti speciali (addirittura ho sentito di persone che si sono sbellicate dalle risate rivedendolo nella versione integrale). Preferisco non entrare nel merito, cercando di rispettare i giudizi altrui (pur con una certa difficoltà in questo caso, lo ammetto). Ciò che mi preme sottolineare a gran voce è la capacità di Friedkin di suscitare inquietudine nello spettatore anche nelle sequenze apparentemente meno significative. Avete presente lo spezzone in cui Reggan profetizza la morte del tizio durante il party organizzato dalla madre? Quello in cui tutti i convitati circondano festosi il pianoforte e la piccola Reggan si avvicina all' improvviso lanciando quell' oscuro anatema.........Personalmente lo reputo agghiacciante, in quanto suggerisce a chi guarda il film che, ormai, una entià malvagia sta prendendo il posto della dolce ragazzina che abbiamo conosciuto fino a quel momento. L' abilità qui mostrata dal regista è la stessa che caratterizza i grandi maestri del brivido nei loro capolavori (Hooper, Raimi, De Palma, Carpenter....), ma, piu' in generale, tutti coloro che sono capaci di raccontare una storia, guidando lo spettatore verso lo scopo che si sono prefissati.
E' da questa abilità, da questa capacità di emozionare e sconvolgere, che il genere horror deve e può ripartire