caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

SALTBURN regia di Emerald Fennell

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
stratoZ     4 / 10  25/01/2024 14:14:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Mhmhmhm per me è un grosso no, Saltburn si fa erede delle classiche pellicole provocatorie, socioantropologiche e antiborghesi - qui addirittura arriverei a parlare di film antiaristocratico - non aggiungendo nulla ma soprattutto lo fa con una narrazione forzata e puerile, una originalità inesistente e una voglia di provocare fine a se stessa, ma andiamo per gradi.

Oliver è una giovane recluta di Oxford, un po' sfigatello, apparentemente senza un soldo, riuscito ad entrare lì grazie alla borsa di studio, che conosce l'affascinante, bello, ricco, popolare, donnaiolo Felix, discendente di una ricca famiglia. I due legano subito e complici delle difficoltà di natura familiare Felix inviterà il suo nuovo amico nell'enorme castello della sua famiglia per l'estate, da qui inizia la subdola scalata al potere di Oliver.

In buona parte del film, almeno per i primi due terzi, assistiamo ad una messa in scena provocatoria della vita aristocratica, fatta delle solite ipocrisie già portate su schermo, da una vita sfrenata basata sulle apparenza, una sfarzosità ridondante, una falsa umiltà e le conseguenti tare che ne derivano, come ad esempio si può vedere nel personaggio di Venetia, la problematica sorella di Felix, affetta da bulimia e ninfomane, due elementi che mostrano quanto possano essere presenti le influenze sull'apparenza e sullo status sessuale, come una ribellione alle pressioni subite.

Il film si dipana tra i contrasti tra i vari membri, specialmente quello tra Oliver e Farleigh, altro invitato e amico di Felix, in continua competizione con Oliver per assicurarsi di essere un beneamato dalla famiglia ed ottenere inviti e soldi - un po' qui viene mostrata, come in molti altri film sul tema, la sottomissione emotiva dei ceti più modesti nei confronti dell'aristocrazia allo scopo di ottenere qualcosa, il capitale viene messo ancora una volta in primo piano e come oggetto della brama - e le scene di festa che nella loro eccessività raggiungono momenti lisergici - è complice un uso ottimale della fotografia -, oltre ad una serie di sequenze ad alto tasso di indignazione che le ho trovate semplicemente ridondanti e messe lì tanto per far parlare del film, chi ha visto il film ha già capito che parlo della sequenza della vasca e quella della tomba, oltre che quella scena sessuale col mestruo, prendendo grossi spunti da Pasolini, che però lo faceva cinquanta anni prima, ma anche da Gaspar Noé, altro autore che infatti non amo per il suo provocare a vuoto.

Poi arriva l'ultima mezz'oretta, quella particolarmente thriller, che per me fa peggiorare parecchio il film, non che prima fosse eccelso eh, con quelle rivelazioni di questo piano che fanno acqua da tutte le parti, allo spettatore serve parecchia sospensione dell'incredulità per accettare che un erede di una famiglia così ricca muoia in circostanze del genere e non venga fatta nemmeno un'autopsia, come serve parecchio aiuto dal fato - per il protagonista - per far si che gli altri tre membri muoiano in così poco tempo, così casualmente, insomma una forzatura dietro l'altra in un finale che sembra quello tipico degli heist movie ma fatto male, almeno narrativamente.

D'altro canto, ho trovato Saltburn un film visivamente molto bello, con quella fotografia barocca che delizia lo spettatore, specialmente le scene notturne tra blu notte e verde petrolio, bellissima ad esempio la messa in scena del rapporto tra Oliver e Venetia, così come le scene diurne che in alcuni punti mi hanno ricordato i paesaggi di Turner.
La regia pure è di alto livello, tra una composizione del quadro ricercatissima, dalla carica lisergica e una gestione degli attori molto valida - ad esempio il finalissimo, con quel lungo balletto di Oliver potrebbe essere tra le scene più belle del film - i quali mi sono sembrati tutti a loro agio e in discreta forma, la recitazione istrionica prevale sul formalismo tipico britannico, come fossero delle caricature di loro stessi, buone interpretazioni si, peccato anche qui l'originalità latiti.

Alla fine mi dispiace perché la confezione di Saltburn è validissima, è la sceneggiatura che manda tutto all'aria, tra il riciclo di tematiche in giro da oltre un secolo al cinema a delle provocazioni che francamente risultano ridondanti.