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KILLERS OF THE FLOWER MOON regia di Martin Scorsese

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Manticora     8 / 10  29/10/2023 10:15:51 » Rispondi
Se da una parte oramai Scorsese ha raggiunto l'autorialità che gli consente di essere un regista anticommerciale che segue un preciso progetto artistico dall'altra il regista di New York complice forse la vecchiaia è diventato più introspettivo e "lento" nel raccontare le sue storie, ma questo diventa un difetto solo verso la fine. In questo western, il primo che ha girato, riesce comunque a tenere sempre in mano il bandolo della matassa, elaborando un affresco sociale e storico che risulta convincente e non annoia. Indubbiamente non è solo merito della storia, ma gli interpreti fanno la differenza, la dove David O. Russel con Amsterdam e un cast equivalente non riusciva a tenere in piedi dopo metà film l'attenzione dello spettatore qui Scorsese riesce perfettamente. Leonardo di Caprio nel suo primo vero ruolo da EVIL funziona benissimo, con quell'aria trasognata, dubbiosa vagamente ottusa e invece poi

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Ovviamente il boss è Robert De Niro, che qui è peggio che un mafioso, senza tornare a interpretare il ruolo di quei bravi ragazzi o casinò risulta più sobdolo e sottile, un vero EVIL che manipola, convince e ordina. Perchè sa come abbindolare gli indiani, e non si fà scrupoli a farlo, grazie anche al nipote. Il suo narcisismo e presunzione sfiorano il patologico, tanto è convinto di essere un benefattore per gli Osage. La terza attrice che funziona in contrapposizione ai due protagonisti è Lily Gladstone, attrice indiana che buca lo schermo con la sua sola presenza, anche se parla pochissimo, sono i suoi pensieri, il voichover del film che raccontano la storia a dare la dimensione di tutto. In tutto questo oltre alla storia funziona tutto, scenografie perfette, gli altri attori tra cui spiccano una marea di caratteristi danno spessore a tutta la vicenda.Quando appare poi Jesse Plemens siamo al culmine, nel ruolo che doveva essere di Di Caprio, ovvero il poliziotto "buono" dell'FBI. Invece è meglio così, l'attore ha l'aria da sempliciotto bonario, tutt'altro che irresistibile ma invece

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lo sfruttamento degli Osage e delle loro ricchezze tra cui il petrolio verrà scoperto perchè i bianchi sono degli stupidi rubagalline che non sanno affrontare AGENTI ESTERNI al loro mondo, in cui inevitabilmente si sono rinchiusi, convinti di farla franca, si arriva quindi ad un finale inevitabile

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nella parte procedural-drama purtroppo Scorsese si adagia, rendendo il film un pò pesante da seguire, d'altronde 3 ore e 40 non sono uno scherzo. Si riprende nel processo, innellando anche due attori perfetti con Brendan Fraser e John Lightow ossia avvocato difensore e dell'accusa che battibeccano durante il procedimento gudiziario. Finale diverso ed efficace, lasciato ai musicisti e vari presentatori che raccontano l'epilogo del processo e dei personaggi, con l'ultima scena narrata da Scorsese stesso. Agli Oscar credo che sarà battaglia, soprattutto con Napoleone di Scott, per il resto non vedo molti altri contendenti.