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COME RUBARE UN MILIONE DI DOLLARI E VIVERE FELICI regia di William Wyler

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Godbluff2     7½ / 10  26/06/2022 16:47:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Deliziosa commedia dell'ultima fase di carriera di Wyler, quella degli anni '60, iniziata con quello che è il mio preferito della sua filmografia, il bellissimo "The Children's Hour" e proseguita fino alla fine con altri bei film.
Questo è il suo terzultimo film, e per l'occasione si affida nuovamente ad Audrey Hepburn (anche lei negli ultimi anni della fase principale della carriera), alla terza collaborazione dopo "The Children's Hour" e ovviamente, tornando indietro, "Vacanze Romane".
"How to Steal a Million" è una commedia fresca, diretta e scritta con quell'abilità tipica della Hollywood dell'epoca (ormai al tramonto, incalzata già da qualche anno da un cinema più moderno) nel saper costruire storie brillanti di puro intrattenimento che risultassero di assoluta gradevolezza, con spunti divertenti e un gustoso piacere nella leggerezza della visione. Forse questo film è un pochino troppo lungo e si trascina eccessivamente in qualche punto con un ritmo non sempre perfetto ma nel complesso è di gran classe ed è indicatissimo per una visione serale leggera e di qualità.
Gustosissima la lunga sequenza del furto nel museo con la messa in scena del tipico piano molto elaborato per mettere a segno il colpo, che Wyler ci fa apprezzare in ogni dettaglio, sviluppando nel frattempo anche la storia e facendo avanzare la relazione dei due protagonisti.
Tra dialoghi sempre piacevoli e idee di gag meta-ironiche (il riferimento a Givenchy per gli abiti di Nicole di fatto strappa la quarta parete e simpaticamente fa sbalzare fuori Audrey Hepburn dal suo personaggio, per un secondo) si muovono personaggi memorabili, tratteggiati da attori eccellenti come Eli Wallach e Hugh Griffith, o anche Charles Boyer, seppure in un ruolo minore rispetto agli altri.
Non mi piace molto qui O'Toole, l'ho trovato un discreto tocco di legno, Hepburn bravissima come sempre, in un personaggio meno vario e interessante di altri che stava interpretando in quel periodo ma con un'interpretazione che conferma quanto fosse a suo agio nella commedia brillante.
Bel film, di un regista che, come altri suoi colleghi contemporanei, ha avuto l'abilità e l'intelligenza per restare "competitivo" fino all'ultimo e soprattutto sempre ispirato, capace anche di rinnovare il suo cinema (vedi il thriller "The collector" gran bel film dell'anno precedente a questo) oppure di mantenere gradevole e fresco il modo classico di pensare e girare un film ad Hollywood.