Boromir 9 / 10 02/01/2022 16:54:31 » Rispondi Il film che ha contribuito a chiudere un modo di concepire la figura del serial killer nello slasher, non più un super-uomo immortale ed emanazione del male puro, ma follia fin troppo umana. Con una sceneggiatura che è un fitto labirinto di giochi metatestuali, Craven realizza una brillantissima parodia della parodia (quindi automaticamente un'opera serissima) che fotografa l'epoca dei videonoleggi, della fascinazione per il perverso e del rapporto sempre più stretto tra finzione filmica e reale. Da ex maestro del montaggio quale fu prima di imbracciare la macchina da presa, Craven conferma il dono per il ritmo, per lo studio dell'immagine e per la costruzione della tensione, emblematico sin dal lungo e cattivissimo prologo con protagonista Drew Berrymore. Azzeccatissimo il messaggio di fondo ("I film non fanno nascere nuovi pazzi, li fanno diventare solo più creativi"). Non è difficile immaginare che Michael Haneke e Takashi Miike abbiano guardato proprio a Craven per i rispettivi Funny Games e Audition.