Terzo appuntamento con David Lynch dopo i miei primi due fallimentari approcci con Mulholland Drive e Strade Perdute. Con l'urbanistica ho avuto problemi, proviamo lo stile sartoriale. Diciamo che questo Velluto Blu si caratterizza, rispetto alle altre 2 opere citate, per una certa linearità o verosimiglianza; insomma la storia più o meno sta in piedi senza tanti incubi, iperboli o fantasiose interpretazioni. E non é un male. Ma andiamo con ordine. All'inizio sembra un film di Russ Meyer: la radio locale che ti aggiorna sui volumi giornalieri di legna prodotti, camion che trasportano il legname stesso attraverso il paesello e scorci vari che rimandano allo stravagante regista tettomane. Poi si parte. Un ragazzetto trova un orecchio in un prato, lo mette in un sacchetto e lo porta alla polizia. Però decide di indagare da solo sulla questione. Le premesse non sono buone. Per niente. E i primi dialoghi non mi aiutano a intravedere spiragli degni: - ...in quella casa ci abitava il ragazzo con la lingua più lunga del mondo... (INTERESSANTE...) e a ruota - Sai come fa la gallina? ( grande imitazione) - Lo vedi quell'orologio? Tra 5 minuti non crederai a quello che ti ho raccontato. (DAIIIII!?!?!). In generale i dialoghi tra la Dern e MacL. sono abbastanza da mani in faccia. Però ad un certo punto il film inizia a regalare cose interessanti. Tipo il bordello più brutto della storia. Ma soave. O sta t.roia che balla male sulla capotta della Dodge di Frank. Siamo vicini al top. Isabella Rossellini (sensualità zero) che vaga nuda per il giardino: "È tua madre quella?" ( COME NO!) Ed ecco la scena cult. Lynch disegna un interno devastante, un soggiorno grottesco con due figure statiche dove l'unica cosa che si muove è il sangue che sgorga dai loro corpi. Indelebile. Velluto Blu è questa scena qua. È uno strano mondo. Dove succedono cose che mai mi sarei aspettato: tipo che mi sia piaciuto un film di Lynch. Scampoli di grande Cinema.