Recensione notturno bus regia di Davide Marengo Italia 2006
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Recensione notturno bus (2006)

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locandina del film NOTTURNO BUS

Immagine tratta dal film NOTTURNO BUS

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Davide Marengo ha avuto la sua fortuna qualche anno fa con il cortometraggio "Craj - Domani e, dopo acuni videoclip musicali, "Notturno Bus" rappresenta il suo passaggio verso il grande schermo.
Quando un regista emergente riesce ad avere nel cast alcuni fra i migliori attori italiani come Valerio Mastandrea e Giovanna Mezzogiorno, si capisce da subito che dietro la macchina da presa c'è un professionista di grandi potenzialità. Potenzialità che sono facilmente desumibili dalla visione di questo noir che sa però virare in maniera intelligente verso altri generi.

La storia si concentra su uno sfortunato autista di autobus, Franz, che trascorre la sua triste vita tra tavoli di poker e debiti non sadati; fin quando non incontra Leila, ladra di professione che, cercando il suo aiuto, gli stravolgerà la vita.
Sicuramente la trama sa di deja vu; gli elementi di forza di "Notturno bus" vanno ritrovati in gran parte nello stile di regia, che riesce ad ispirarsi al cinema americano, senza per questo mancare di dare spessore e personalità all'opera.
In primo luogo siamo in presenza di un film di genere: niente riflessione sui massimi sistemi, tematiche filosofiche o elucubrazioni mentali di registi in crisi esistenziale; Marengo vuole divertire il suo pubblico senza però mortificarne le doti intellettive, con un plot sicuramente già visto che, nonostante ciò, riesce a coinvolgere ed appassionare.
Il film stenta a decollare: i primi 15 minuti scorrono lentamente, con citazioni del cinema noir classico che, sebbene necessari per creare l'atmosfera che pervade il film, rallentano eccessivamente l'azione.

L'inesperienza dell'esordiente Marengo si vede soprattutto nella direzione degli attori: sebbene abbia a propria disposizione un cast di primo livello, non sembra in grado di sfruttarlo al massimo, soprattutto con riguardo ai personaggi secondari, dietro i quali si nascondono nomi come Iaia Forte, relegata a un paio di battute, ed Ennio Fantastichini, quest'ultimo con un ruolo non molto ben sviluppato, che si risolve in modo affrettato nel finale
Per il resto va sottolineata l'alchimia tra Valerio Mastandrea e Giovanna Mezzogiorno.
Su Giovanna Mezzogiorno è bene soffermarsi: è raro trovare un'artista che dimostra di essere a suo agio anche sia in ruoli drammatici (da sottolineare l'eccellente interpretazione ne "La bestia nel cuore") che in quelli più "leggeri", come in questo caso, segno che in Italia possiamo vantare una serie di attori di grande professionalità; peccato che lo stesso non si possa dire per molti registi.

Tratto dall'omonimo romanzo di Giampiero Rigosi, "Notturno Bus" ha visto come sfondo della vicenda una Roma notturna piuttosto che la più esoterica e misteriosa Bologna (dove il libro era ambientato), sottolineando una buona capacità della regia di sapere creare atmosfere indipendentemente dalle location di riferimento, grazie anche alla presenza di un'ottima fotografia, elemento raro in film del genere.
Nell'impostazione estetica, al movimento della macchina da presa, fino al gioco di ombre, Marengo gioca con il cinema del passato attraverso citazioni e rimandi.

Sebbene il finale sia alquanto scontato ed anche lo svolgimento della trama resta alquanto prevedibile, quello che rende "Notturno bus" un film valido è la contaminazione dei generi: si comincia con il noir poi si vira sulla commedia sentimentale ed infine sul film di azione; aspetto perfettamente riuscito senza nessuna forzatura di base.
Siamo in presenza di un'opera di "genere" è come tale va valutata, un ottimo esempio di cinema italiano che solo un regista esordiente poteva dare, senza approfondimenti psicologici o risvolti sociali, ma limitandosi a raccontare una storia semplice, divertendo il pubblico e mettendo in campo grande professionalità.
Il valore di "Notturno bus" emerge anche dal confronto con un'altra pellicola attualmente in sala, "Mio fratello è figlio unico", in cui Luchetti, pur abilissimo nel raccontare un semplice commedia, cade nel banale con il suo tentativo di creare uno spaccato sociale dell'Italia del '68.

Forse anche a causa dell'ingombrante presenza nell sale di un blockbuster come "Spiderman 3", i risultati al botteghino di "Notturno bus" si sono dimostrati alquanto deludenti; la speranza risiede in un passaparola positivo ed in una distribuzione più capillare per risollevare le sorti di una pellicola che rischia di seguire il classico clichè della maggioranza dei film italiani odierni: passare inosservato.

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Recensione a cura di Paolo Ferretti De Luca aka ferro84 - aggiornata al 21/05/2007

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