Recensione mad detective regia di Johnnie To, Ka-Fai Wai Hong Kong 2007
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Recensione mad detective (2007)

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locandina del film MAD DETECTIVE

Immagine tratta dal film MAD DETECTIVE

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Immagine tratta dal film MAD DETECTIVE
 

Bun è un poliziotto che ha un particolare talento: riesce a vedere dentro le persone. La sua capacità gli permette di capire come si sono svolti i crimini in cui gli individui su cui si trova ad indagare sono coinvolti. Ho, un ispettore dell'unità speciale anticrimine, incaricato di indagare sulla scomparsa di un poliziotto la cui pistola è stata utilizzata in alcuni omicidi, si rivolge a Bun per chiedere il suo aiuto.

Bun vede i demoni che sono dentro chi gli sta vicino, e Ho si affida a lui. Però il punto è che le persone che Bun vede esistono solo all'interno di quelli su cui lui mette la sua attenzione, e sono visibili a lui soltanto. Motivo per cui spesso viene additato come folle.
Bun ha una moglie, che vede solo lui, e un'ex moglie che gli altri possono vedere, e che parla di psicofarmaci e sedute mancate dallo psicoanalista. Ho gli crede fino ad un certo punto, ma poi gli sparisce la pistola e lui incomincia a dubitare, del resto Bun ha visto la reale essenza di Ho: un bambino spaventato. Quindi appena i due si mettono sulle tracce del collega scomparso, la cui pistola continua a sparare, le cose si complicano. Intanto perchè Bun è un personaggio difficile da seguire, e poi perchè il compagno del loro collega scomparso ha ben sette personalità dentro di sè che rendono imprevedibile il suo comportamento. E sarà così, che tra poliziotti cattivi, buoni e qualcuno anche un po' tardo a capire, che la storia si confonderà un po' per strada. Le personalità interne ai personaggi in verità sono anche più interessanti dei loro involucri di facciata, che presto perderanno ogni caratteristica per divenire dei semplici esecutori. E lo spettatore, inizialmente intrigato, resterà in parte deluso dalle premesse superlative di un lavoro svolto poi in maniera stranamente piatta.

Presentato come film a sorpresa della 64a Mostra di Venezia, questo "Mad Detective" ha una trama intricata, che deve qualcosa all'idea di base del "Nightmare Detective" del maestro Tsukamoto Shinya, e una regia lontana anni luce dalle cose migliori di Johnnie To.
Il racconto è inizialmente interessante: l'idea del detective che vede dentro le persone ha un sinistro fascino, e la recitazione di uno stropicciato Lau Ching Wan, con To anche nel più riuscito "Running out of Time", riesce a rendere bene la confusione che deve abitare la mente di chi vede più degli altri.
Ma la regia fatica un po' a tenere testa all'idea originale, che ad un certo punto diviene in parte caricaturale, complice una rappresentazione in alcuni momenti grossolana, la quale alla fine induce lo spettatore a chiedersi se non sia il caso che Johnnie To torni ad una filmografia meno fitta, ma più accurata.

La sceneggiatura incorre in alcune ingenuità a tratti imperdonabili in un autore che ha all'attivo quasi cinquanta film, e il ritmo incostante da un certo punto in poi, rende il racconto stranamente poco avvincente.
Il reiterarsi delle situazioni, mostrate prima con e poi senza i demoni, rende leggermente ridondante il tutto, col risultato di appesantire una narrazione semplice, che vorrebbe sottintendere delle complessità, di cui in verità non si ravvisano tracce.
La follia che fa capolino dietro le visioni di Bun è l'unico tratto realmente interessante del plot, e lo spettatore, anche se da subito messo sull'avviso da alcuni segnali, si potrà divertire ad immaginare uno svolgimento parallelo che dia ragione a Ho e induca Bun a tornare agli psicofarmaci.
Ma purtroppo il gioco dura davvero poco. Ben presto i personaggi mostrano un'inconsueta piattezza e le scene delle visioni finiscono col risentire dell'eccessivo mostrare cose che meglio sarebbe stato lasciar intuire.

La scena finale, ispirata decisamente a "La Signora di Shangai" di Welles, è comunque molto più avvincente e serrata dell'intero film, e ricorda allo spettatore i fasti del vecchio cinema di To, che purtroppo al momento fatichiamo un poco a richiamare alla mente.

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Recensione a cura di Anna Maria Pelella - aggiornata al 19/01/2010

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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