Recensione animal house regia di John Landis USA 1978
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Recensione animal house (1978)

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locandina del film ANIMAL HOUSE

Immagine tratta dal film ANIMAL HOUSE

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Immagine tratta dal film ANIMAL HOUSE
 

Furono perlomeno singolari le circostanze che portarono l'allora giovane regista John Landis alla direzione di "Animal House".

Katherine Wooten, la segretaria di produzione del film "The Kentucky Fried Movie" ("Ridere per ridere" in italiano), che Landis stava dirigendo in collaborazione con la futura ZAZ (David e Jerry Zucker, Jim Abrahams), era fidanzata con Sean Daniel, giovane produttore esecutivo della Universal. Alla fine delle proprie giornate lavorative erano soliti scambiarsi le impressioni del giorno. Il produttore esecutivo rimaneva in una certa misura stupito quando la fidanzata gli raccontava delle sue giornate lavorative con protagonisti giovani ragazze nude frustate da un nano da circo, un esercito di lottatori di arti marziali assassini, incendi e devastazioni. Questi brevi colloqui saranno utili dopo poco tempo quando, diventando vicepresidente, Daniel si trovò fra le mani la cosiddetta patata bollente dello studio e cioè lo script di "National Lampoon's Animal house", arrivato all'ennesima stesura della sceneggiatura senza trovare qualcuno in grado di farlo funzionare sul grande schermo.

Dopo aver visionato personalmente "The Kentucky Fried Movie", si convinse che Landis era la persona giusta per poter dare una spinta propulsiva a tutto il progetto.

La materia che Landis si trovò per le mani era effettivamente piuttosto scottante, visto che i tre sceneggiatori (Douglas Kenney, Chris Miller ed Harold Ramis), fondatori del National Lampoon's Magazine, non ci andavano con la mano leggera nei confronti di razzismo, misoginia e militarismo. Era una satira durissima che non risparmiava nulla e nessuno, in perfetta coerenza con lo spirito della rivista, cioè volgare, divertente e molto offensivo.

Landis stesso era un po' spaventato da tanta irriverenza, ma l'incontro con i tre sceneggiatori andò benissimo e li convinse a rielaborare la sceneggiatura, umanizzando di più personaggi, eccessivamente caricaturali sulla carta, attenuando al contempo i toni oltraggiosi della storia senza tuttavia svilirla nel suo significato.
Inoltre la partecipazione di Donald Sutherland al progetto, cioè di una star necessaria per esigenze di botteghino per gli studios, misero la produzione di "Animal House" ai nastri di partenza per la lavorazione.

Omega

L'anno è il 1962, cioè in piena presidenza Kennedy, l'uomo della "Nuova frontiera americana", del nuovo sogno, ma al Faber College di quest'aria di Nuova frontiera non se ne sente minimamente la presenza. Attraverso lo sguardo iniziale delle due matricole, Larry e Kent (i futuri Delta "Pinto" e "Sogliola"), Landis ci accompagna nella tematica centrale del film: la contrapposizione di due stili antitetici e inconciliabili incarnati rispettivamente dal gruppo Omega e dal gruppo Delta.

Omega si può considerare come la futura classe dirigente, diretta espansione di quella attuale, della quale prende già gli atteggiamenti discriminatori e classisti. Entrare alla casa del gruppo Omega è come entrare nel bel mezzo di cocktail organizzato da uomini d'affari, con contorno di atmosfera talmente formale da dover centellinare le parole da esprimere, con la paura di dire quella sbagliata. Neydermayer e Marmalad sono rispettivamente i capi militare e politico del gruppo che estende la sua forte influenza a tutto l'intero college. Kent e Larry fanno la conoscenza di entrambi, ma in maniera più o meno esplicita vengono già isolati, o per meglio dire emarginati dal contesto, finendo ogni volta relegati attorno al divano dove ci sono il nero, lo straniero, il nerd e un paraplegico cieco, ovvero le classi emarginate per definizione. Tutto questo non avviene in un clima di palpabile ostilità, ma con il sorriso in viso, certi che questo percorso obbligato sarà la spinta per andarsene in maniera spontanea, senza nessuna costrizione.

Dopo la visita al club Omega, Kent e Larry giungono alla Delta House e trovano esattamente l'opposto di tutto quanto avevano visto solo poco prima. Accolti in maniera "calda" (una bella pisciata sulle scarpe) da parte di Bluto, si intrufolano nel tugurio della sede Delta per trovare il caos totale e nessuna traccia di quel formalismo di Omega.
Gente che beve, gioca a carte, balla e altri innocenti passatempo in totale e assoluta libertà.

Se Omega è considerata la crema dall'establishment di tutto il college di Faber, i Delta sono tutto ciò che l'establishment detesta: scarso rendimento scolastico e refrattari a qualsiasi tipo di regola.
Questo continuo gioco di contrasti fra le due confraternite universitarie viene evidenziato in maniera maggiore fin dal momento dell'accettazione dei nuovi membri.

La cerimonia di Omega avviene in un clima tetro, con una scenografia di chiaro stampo massonico. Tutti i nuovi membri si sottopongono alla cosiddetta "Cerimonia dell'obbedienza", dove vengono costretti a subire colpi nel sedere, dati da una grossa spatola da Neidermayer e urlando di volerne ricevere un altro. Si evince quindi che la struttura di Omega è fortemente gerarchizzata, molto potente a livello politico nel campus e dal chiaro stampo repressivo.
Da un certo punto di vista gli Omega dimostrano una maturità nei loro comportamenti strabiliante, ma è una maturità deviata, quasi innaturale per dei ragazzi che hanno poco più di vent'anni. E' come se avessero saltato a piè pari l'intera giovinezza per proiettarsi direttamente nell'età adulta. Sono individui che reprimono e a loro volta sono dei repressi dal punto di vista sessuale nei confronti delle donne come per esempio Marmalad, figura influente all'interno del campus, ma talmente ossessionato dal potere e il suo mantenimento, da non riuscire ad avere alcun rapporto sessuale con la sua ragazza, costretta a patetici tentativi masturbatori (con il guanto) per far raggiungere l'erezione al suo ragazzo e a sua volta repressa nel desiderio di avere un rapporto sessuale con il suo partner, il quale si è sempre detto contrario a praticare sesso prima del matrimonio.

Anche i comportamenti di Neidermayer riflettono, sia pure in maniera diversa, lo stesso modus operandi repressivo, con atteggiamenti sadici nei confronti delle reclute (fra l'altro è lui che colpisce, con un certo godimento personale, i nuovi adepti di Omega) ed un elevato feticismo nei confronti della divisa militare, il piacere di comandare a bacchetta altre persone senza mostrare un minimo di rispetto, tanto da far pensare che ami più il suo cavallo che la specie umana in generale.

Ma non è soltanto una repressione di tipo sessuale fra i caratteri di Omega. Malgrado la loro enorme influenza all'interno del corpo studentesco del campus di Faber, sono essi stessi strumenti e longa manus del rettore Wormer (uno splendido John Vernon) che attraverso Omega mantiene il regime dispotico all'interno del campus. Ma oltre tale campus c'è in città che li ospita e lo stesso Wormer deve rispondere del suo operato nei confronti del sindaco De Pasto che domina la città governandola con mezzi paramafiosi. Una gerarchia a cui nessuno, inserito in tale sistema, può sfuggire.

Si veda poi la rassomiglianza tra il rettore Wormer e Marmalad: sono ognuno l'alter ego dell'altro, non solo per il comune pensiero e l'ossessione del potere, ma anche per le rispettive donne. Marion Wormer non è altro che la proiezione futura di Mandy Pepperidge, una donna che sprofonda nell'alcool la sua infelicità. Dopotutto i riflessi dei due uomini (Wormer e Marmalad), esponenti di una società maschile e fondamentalmente misogina, si ripercuotono sulle loro rispettive donne.

Delta

"Erano i Delta contro le regole. Le regole persero!" è la frase di lancio del film di Landis, molto di effetto, ma in una certa misura anche fuorviante, perché i Delta probabilmente non sono contro le regole costituite del college di Faber, semplicemente le ignorano, se non addirittura di essere a conoscenza dell'esistenza di regole.

Contrariamente ai membri di Omega, ragazzi/adulti che hanno saltato prematuramente il fosso della giovinezza, i Delta ci sguazzano alla grande nel fosso. Il loro imperativo principale è quello di divertirsi finché possono e senza freni o inibizioni di sorta. E' chiaro dunque che un modo di vivere la vita di questo tipo venga mal sopportato dall'establishment del college: è contrario alle regole e per questo messi sotto processo in una delle udienze più divertenti della storia del cinema. Le loro scorribande destano preoccupazione anche nei piani alti della città di Faber e per questo devono non solo essere marginalizzati in misura ulteriore, ma addirittura espulsi in maniera totale.

Ciò che fa maggiormente paura è la totale spontaneità del modo di agire di ogni membro del Delta. Il Delta non ha una coscienza politica, non hanno rivendicazioni sociali da denunciare, non hanno una conoscenza dei mali che attraversano la società americana, per di più ricorrono anche ad espedienti ben poco politicamente corretti per riuscire a trascorrere una serata con delle ragazze o passare degli esami, ma proprio per questo sono pericolosi.

Attraverso questo stile di vita istintivo, portato alla necessità di soddisfare bisogni perlopiù primari, riescono nell'intento di scoperchiare il perbenismo di un intero college e di un'intera città, ma senza la chiara volontà o obiettivo di farlo, il tutto avviene in maniera quasi sempre casuale.

Il mitico Toga party alla Delta House è la cartina di tornasole di un modo di vivere all'insegna del divertimento più sfrenato (a cui la musica di Otis Day & the Knights dà sicuramente più di una mano) e soprattutto entrare in contatto con elementi esterni che fanno più o meno parte, a titoli differenti, dello schieramento opposto: la moglie alcolizzata e insoddisfatta del rettore Wormer, sedotta dal donnaiolo Otter e la figlia del sindaco De Pasto, ragazzina intraprendente e desiderosa di "recuperare il tempo perduto", alle prese con il timido e impacciato Pinto. Due schiaffi che non verranno tollerati e che sanciranno la guerra aperta tra Delta e gli altri.

Ma la sequenza che evidenzia maggiormente la mancanza di questa coscienza politica è probabilmente quella del Dexter Lake Club, in cui i nostri si vanno tranquillamente ad infilare incoscienti del fatto che sia frequentato soltanto da neri. La segregazione razziale è un problema che non viene minimamente preso in considerazione.
Semplicemente hanno visto fra le attrazioni della serata la presenza di Otis Day, quindi il bisogno primario del divertimento ha il sopravvento su tutto il resto a cui nemmeno gli sguardi glaciali degli astanti (tutti neri) e l'improvviso interrompersi della musica, impedisce loro di entrare e sedersi in un primo momento, per poi alzare i tacchi e scappare per salvarsi da grossi guai.

Bianchi e neri? Segregazione razziale? C'è una segregazione razziale? Tutte domande che nessuno dei Delta si pone dopo la fuga dal Dexter Club, preferendo una più pratica scolata di birra.

Questa scena dimostra l'incoscienza politica dei Delta, a cui però Landis affida il ruolo di mostrare allo spettatore il problema senza la ricerca di una soluzione per risolverlo e curiosamente nelle devastazioni della parata di fine anno, uno dei carri che finirà distrutto dai Delta sarà proprio quello composto da due enormi mani, una bianca e una nera, che saranno separate quasi a sancire la fine di quell'ipocrisia di una finta integrazione che non esiste.

Mostrare gli scheletri dentro l'armadio di una società così bigotta non è nemmeno troppo difficile: "Un'azione assolutamente futile e stupida" è sufficiente ad innescare la miccia per generare il caos più completo e misurare quanto sia sottile la patina di tranquillità all'interno del microcosmo di Faber. La comicità del film di Landis in fondo scaturisce anche dagli effetti di disarticolazione operata dai Delta verso le regole prestabilite. Con azioni assolutamente futili e stupide.

Abbiamo in definitiva due gruppi studenteschi agli antipodi. Giovani adulti gli Omega, bambini immaturi i Delta. In questo contesto risaltano i personaggi anomali del Professor Jennings, interpretato da Sutherland, e Katie, la fidanzata di Boon. Anomali nel senso che sono probabilmente gli unici ad avere una parvenza di normalità nell'universo di "Animal House". In Jennings c'è il sapore della Beat generation, ma anche una certa disillusione di fondo. In un solo personaggio Landis unisce i fermenti della generazione del '68 che verrà e allo stesso tempo i semi del grande freddo successivo: vorrebbe essere un romanziere (il suo romanzo tuttavia fa schifo), ma si accontenta del "lavoro" da insegnante. Non è un caso che sarà l'oggetto del desiderio di Katie (Karen Allen al suo esordio cinematografico), una moderna Eva tentata e sedotta dal Satana miltoniano incarnato da Jennings. Katie è una ragazza che mostra insofferenze verso l'infantilismo del suo compagno Boon e del gruppo Delta in generale. Pur essendo affiliata al gruppo, se ne comincia a distaccare proprio per affermare la sua volontà di maturare come donna e non rimanere a quello stadio infantile, che è il carattere peculiare dei Delta. Malgrado il suo amore per Boon, non esiterà a tradirlo finendo tra le braccia di Jennings.

Curioso l'espediente di Landis usato per il finale: le didascalie sul destino dei singoli personaggi di "Animal House" come in "American Graffiti". Il significato però è diverso perché se nel film di Lucas avevano la funzione di riportare alla realtà un mondo descritto con nostalgia e filtrato dalla memoria, nel film di Landis non è presente alcuna operazione nostalgica, anzi l'epoca di "Animal House" non presenta caratteristiche di rimpianto per i bei tempi di una volta, semmai l'opposto. Ogni personaggio infatti contiene già in sé le caratteristiche che lo definiranno in maniera più compiuta nel futuro (i tira e molla matrimoniali di Boon e Katie, l'avvocato dalle cause perse, il ginecologo, ecc.). Non ci viene rivelato nulla di nuovo rispetto a ciò che si vede già nel film.

"L'animale" per eccellenza

John Belushi era al suo esordio cinematografico, tuttavia era uno dei pochi volti conosciuti del cast di "Animal House", quasi interamente composto da esordienti. La sua fama di star di prima grandezza derivava dal notissimo programma televisivo "Saturday Night Live", dove Belushi rappresentava il fiore all'occhiello della trasmissione.

La presenza di Belushi potrebbe essere potenzialmente ingombrante per Landis, trasformando il film in un "one man show" ad uso e consumo dell'attore. Invece Landis lo utilizza in maniera perfetta, rendendolo appunto il fiore all'occhiello di tutto il film. La presenza dell'attore non è costante o oppressiva. Se si osserva bene le sue battute nel film sono quantitativamente piuttosto contenute, ma la sua incisività si sente in maniera decisiva ogni volta che si presenta in scena. Belushi rappresenta l'elemento detonatore di tutte le situazioni più comiche del film, la vera anima di tutto il gruppo Delta e l'elemento più rappresentativo.

Ogni sua iniziativa si trasforma in qualcosa dal potenziale devastante con effetti comici imprevedibili, utilizzando la sua presenza fisica e l'enorme capacità espressiva del suo volto come per i migliori attori del cinema comico muto. Da citare almeno il memorabile "camera look" mentre sta osservando fuori dalla finestra l'insoddisfazione sessuale di Mandy seminuda, quando fracassa la chitarra sul muro per interrompere una canzone estremamente noiosa e fuori contesto rispetto allo scatenato Toga party e le due matite infilate nelle narici del naso mentre Wormer gli comunica la media dei suoi voti (0,0).

Come già detto, la presenza di Belushi non è ingombrante e grazie al buon lavoro di sceneggiatura presente alla base, composta da personaggi che sono in fondo archetipi ai quali il pubblico si può identificare immediatamente, Landis offre il giusto spazio a tutto il cast, permettendo in primo luogo ad ogni singolo attore di mettere in risalto il proprio personaggio e in secondo luogo di rendere il lavoro di "Animal House" un progetto molto più collettivo, superando il pericolo dell'one man show sopraddetto.

Da notare inoltre la presenza nel cast di Chris Miller e Doug Kinney (Stork, "lo scarso di cervello"), autori della sceneggiatura e fondatori del National Lampoon Magazine, mentre stranamente è presente solo come sceneggiatore, senza apparire, il terzo componente del Lampoon, cioè Harold Ramis, l'unico dei tre ad aver avuto successivamente un buon successo come regista e parzialmente come attore in pellicole di enorme successo come "Ghostbusters".

Un'ultima annotazione: Elmer Bernstein non aveva mai scritto partiture musicali per commedie fino ad "Animal House". Tuttavia il tono serioso della sua colonna sonora si sposa alla perfezione come contrappunto alla comicità visiva del film di Landis. Un effetto riuscito visto che dopo questo film inizierà a comporre anche nel campo della commedia.

"Blowjob!!"

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Recensione a cura di The Gaunt - aggiornata al 05/01/2012 11.35.00

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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