joker regia di Todd Phillips USA 2019
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joker (2019)

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locandina del film JOKER

Titolo Originale: JOKER

RegiaTodd Phillips

InterpretiJoaquin Phoenix, Robert De Niro, Zazie Beetz, Bill Camp, Frances Conroy

Durata: h 2.02
NazionalitàUSA 2019
Generethriller
Al cinema nell'Ottobre 2019

•  Altri film di Todd Phillips

Trama del film Joker

Joker è noto per essere uno dei nemici storici di Batman. Ma la storia del suo alter ego Arthur Fleck rivela come un uomo trascurato dalla società possa riversare tutta la sua grinta in qualcosa che sarà di futuro monito per tutto il mondo.

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Voto Visitatori:   7,95 / 10 (174 voti)7,95Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Migliore attore protagonista (Joaquin Phoenix)Migliore colonna sonora (Hildur Guðnadóttir)
VINCITORE DI 2 PREMI OSCAR:
Migliore attore protagonista (Joaquin Phoenix), Migliore colonna sonora (Hildur Guðnadóttir)
Miglior attore in un film drammatico (Joaquin Phoenix)Miglior colonna sonora (Hildur Guðnadóttir)
VINCITORE DI 2 PREMI GOLDEN GLOBE:
Miglior attore in un film drammatico (Joaquin Phoenix), Miglior colonna sonora (Hildur Guðnadóttir)
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Voti e commenti su Joker, 174 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Garal  @  01/02/2021 12:02:53
   4½ / 10
Premetto che questo film, in sè, non è brutto. Ma nella sua visione non ho potuto ignorare le fonti base da cui trae ispirazione (o per lo meno dovrebbe), che sono i fumetti.
Immagino come a molti non interessino opere come The Killing Joke, scittta da Alan Moore sul finire degli anni 80, o che comunque accettino volentieri altre interpretazioni...non è il mio caso...

Questo Joker è di fatto una persona comune, disagiata come molti, che sopravvive giorno per giorno con un misero stipendio da comico; se la scrittura del personaggio sino a qui è coerente, qui si ferma.
Difatti, il protagonista di questo film è afflitto da problemi mentali sin dall'inizio, non subisce un mutamento negativo che (da perfettamente lucido) lo porterà inevitabilmente oltre ogni limite della sopportazione. E' fondamentalmente già un pò matto, tanto da assumere diverse dosi di farmaci durante il giorno. Ciò che smuove le acque della storia nel corso del film, sono i suoi "raptus", rabbia mista a rivalsa personale, che lo porteranno a divenire un simbolo mediatico di ribellione per i più oppressi contro le classi più agiate. Ma lui, come persona mentalmente instabile, di fatto non cambia mai.

Per quanto riguarda i Wayne, un disastro interpretativo. Il padre Thomas, più che un benefattore nonché uno dei pochi intenzionati a combattere la corruzione, qui è parte solida di quella classe politica opulenta, falsa e sedicente che il personaggio avrebbe dovuto combattere.
Bruce Wayne è un bambino (forse più legato al protagonista di quanto si pensi), ed è chiaro quindi che Batman non esista ancora. Questo è un nodo cruciale.
In origine infatti, Arthur, a pezzi dopo aver perso lavoro e la moglie incinta, tenta disperatamente di guadagnare collaborando con la mafia di Gotham, squali in cerca di vittime da sfruttare per lavori sporchi. E proprio in uno di questi lavoretti, alla Ace Chemicals, Batman irrompe fermando gli sgherri ed Arthur, colto dalla paura più viva, precipita in una vasaca d'acido sfigurandosi per sempre. Quella sarà la goccia che farà traboccare il vaso della follia. Una folia che sarà però sempre accompagnata da una fredda lucidità ed un'intelligenza sorprendente.
Non è quello che ho visto in questo film. Qui ho visto un personaggio allo sbando psicologico e che sempre nello sbando rimane, decidendo piuttosto di superare i limiti di quello che socialmente è riconosciuto. Un cane al guinzaglio che alla fine, esasperato, si libera dal guinzaglio dei medicinali.

Ciò che mi ha amareggiato è proprio il fatto che questo film si chiami "Joker". Si poteva intitolare benissimo in qualsiasi altro modo, e sarebbe stato un film molto più valido, con buona fotografia, analisi sociale molto attuale ed una grande prova attoriale di Phoenix, bravissimo.
Ma il fatto di aver voluto realizzare una particolare re-interpretazione di un personaggio iconico dei fumetti Dc, con pochissima coerenza alle controparti cartacee, per me ha penalizzato troppo il risultato finale.

Un film quindi che, preso da solo è da 7,5 (un buon film sicuramente) ma che in merito al contesto di riferimento perde molto, troppo (1,5).
E per i miei gusti la storia rappresentata nei fumetti è di un altro livello.

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Ultima risposta 31/07/2022 22.57.20
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DogDayAfternoon  @  02/02/2020 12:56:16
   6½ / 10
Non è assolutamente un brutto film, ma onestamente l'ho trovato molto sopravvalutato. A partire dalla trama, non sempre coinvolgente e con parecchie forzature che fanno storcere il naso più di qualche volta. Ma tra le cose che meno mi sono piaciute metto la tanto acclamata interpretazione di Phoenix: mai, in nessuna scena, mi ha trasmesso naturalità nella recitazione, cosa che per quanto mi riguarda metto al primo posto nella valutazione di un attore. Troppo recitato, finto, accentuato, e una risata che (almeno in lingua originale) ho trovato ai limiti della sopportazione da quanto falsa risulta. Tanto di cappello per la trasformazione fisica, ma io non la reputo assolutamente una interpretazione degna della candidatura all'Oscar.

Sicuramente è un film fatto molto bene, ma non mi è parso per nulla irresistibile.

Eccessivamente acclamato.

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Ultima risposta 03/02/2020 07.11.55
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Invia una mail all'autore del commento Schuldiner  @  22/01/2020 01:17:00
   3½ / 10
Film molto lento e pesante. Mi aspettavo molto di più ed invece è stato di una delusione unica.

2 risposte al commento
Ultima risposta 22/01/2020 10.30.37
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DR.G  @  21/01/2020 13:45:38
   6 / 10
Concordo pienamente con il commento precedente.
Grande prova d'attore sterile e fine a se stessa.
Il Joker è un'altra cosa......qualsiasi cosa se ne possa dire.

3 risposte al commento
Ultima risposta 22/01/2020 10.25.33
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Ceppetto  @  21/01/2020 09:36:55
   3½ / 10
Grande aspettativa per questo Joker, grande furbata da parte di produttore e regista. Poteva chiamarsi "Robert", oppure "Danny" o qualsiasi altro nome. Ma questo, signori miei, non è Joker, Joker è l'agente del caos, è l'imprevedibilità, è il genio , la sfrontatezza. Joker è furbo, molto furbo. Questo Gioacchino Fenice ha dato una prova attoriale degna di nota, un esercizio di stile... ma non puoi fare un esercizio di stile lungo due ore, tedioso, melassico.... E chiamandolo Joker, sono accorsi al cinema migliaia di fan, se lo avessero chiamato Joaquin non sarebbe andato nessuno, o pochi, perché è la banalissima storia di un pazzo qualsiasi, come molti ce ne sono stati e molti ce ne saranno, ma il cinema è un'altra cosa.
E la media così alta fa capire quanto in realtà l'attenzione alla trama, al delinearsi del canovaccio, al colpo di scena, all'integrazione di attore e contesto, alla mano del regista, al grande pubblico non interessi più. Una storia senza storia, un attore senza film. Una sola cosa bella. La risata per i corridoi. Tutto il resto è patetica noia.

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Ultima risposta 26/03/2020 11.02.36
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  07/01/2020 14:00:53
   6 / 10
Un filmetto commerciale (mascherato, sottolineo, mascherato da film d'autore) che mi lascia ancora attonito per la spropositata accoglienza ricevuta; come film continuativo dell'universo di Batman lo tocca troppo poco (anche se in maniera interessante) quindi in questo senso per me non ha nessun peso già in partenza. Ma va bene, è un film che non si presenta con queste credenziali, a parte il nome. Va bene così.
E' come film su un disadattato qualunque invece che non ha assolutamente niente di eccezionale, di particolare, o che non si sia già visto (molto meglio) un'infinità di volte in passato (aldilà dei modelli scorsesiani, a fine visione non ho fatto altro che pensare a "Stress da Vampiro"); peggio, tra troppa confusione ed innumerevoli (e spesso ridicole) forzature tutt'altro che di poco conto (se mi metto ad elencarle non finisco più) proprio non si riesce a percepire la discesa graduale e quindi giustificata verso il punto di non ritorno che porterà il protagonista a diventare ciò che diventerà.
Quanto a quest'ultimo, un utente più giù a suo tempo disse, non testualmente, che la sua buona interpretazione non era niente di speciale e che un qualsiasi altro attore preparato avrebbe potuto tranquillamente misurarcisi con gli stessi risultati: mai fui più d'accordo con questo pensiero, grande interpretazione ma tutt'altro che unica (come fu, anche se parliamo di personaggi diversamente concepiti, il Joker di Ledger) dove mi pare che la sola marcia in più a livello di "sfida attoriale" fosse quella risata compulsiva incontrollata.

Un filmetto a cui sinceramente più penso e meno mi piace (tanto che sono già sceso di un voto) perchè come racconto di alienato, oltre ad essere un pò presuntuoso, è semplicemente strutturato in maniera poco credibile, non è originale in niente e non colpisce mai veramente.

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Ultima risposta 08/01/2020 18.45.36
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Invia una mail all'autore del commento Sil.blue  @  01/01/2020 16:43:36
   9 / 10
Un bel film, che attraverso un personaggio scenografico, caotico e non nella norma, ci racconta di una società priva di empatia, mal gestita e discriminatoria.
Per capirlo bisogna guardare nel profondo.

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Ultima risposta 03/01/2020 11.13.19
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the white mamba  @  20/11/2019 09:20:52
   1 / 10
Coloro i quali giudicano Joker tra i migliori mai visti, evidentemente, non ne hanno visti molti nella loro vita. Non sarà a questo punto superfluo fare una precisazione: infarcire un testo di citazioni sgangherate non ne fa "il nuovo questo" o "il nuovo quest'altro". Nel suo rapporto con Taxi Driver, Joker mi ha ricordato La Grande Bellezza, laddove Sorrentino, con la scusa dell'omaggio a Fellini, copiava da 8 ½ una scena dopo l'altra, fino all'ottenimento di un prodotto commerciale della lunghezza desiderata.
Per quelli che sono i miei criteri di giudizio, vorrei parlare sopra ogni cosa del montaggio, che fatico a comprendere e che comunque non riesco a sostenere. Ma, dato che per costruire una casa si deve partire dalle fondamenta, mi concentrerò su cose più semplici, come per esempio la sceneggiatura. Risibile e senza alcun ritmo, già un'ora dopo l'inizio del film stavo crollando dal sonno. Una delle ragioni è, a mio avviso, la mancanza totale di situazioni in cui il protagonista si confronta con la necessità di dover scegliere. Questo genere di film si vuole di analisi psicologica, quando in realtà l'introspezione dei personaggi è degna di uno studente di scuola media, per altro di livello medio-basso. Tutto accade come se Joker non potesse mai fare altrimenti, come se fosse "più forte di lui", e, ad ogni azione, risponde con un'azione impulsiva, come un idiota o un robot. Ma se la narrazione ne soffre, è tutto grasso che cola per la morale del film: combinate un pazzo e una società che non se ne occupa e viene fuori un macello. Questa, pressapoco, è la massima che Joker stesso rende esplicita prima di compiere l'ultimo massacro*. Ora, se un film con un messaggio è già un film pessimo, cos'è un film con un pessimo messaggio? A parte tutte le giustificazioni a vantaggio dell'ingerenza internazionale degli USA di cui questo argomento è gravido, ciò che mi spaventa di più è la legittimazione, da esso veicolata, del controllo totale a cui siamo sottomessi oggigiorno. In altre parole, dato che in una società alienante ogni individuo è un alienato potenziale (e anche de facto), è compito dello Stato incaricarsene. Lungi da me, per carità, il voler difendere a tutti i costi la democrazia, e Platone ha tutta la mia simpatia quando definisce il governo del popolo una delle aberrazioni della kallipolis. Ma dato che l'ideologia alla base del discorso americano (di cui Hollywood, cosa ben nota, è il principale megafono) è il capitalismo in tutte le sue più sfrenate declinazioni, e poiché è alle leggi economiche imperanti che la libertà di ciascuno deve cedere il passo, allora faccio ben volentieri a meno di Batman. Il quale -il sospetto non si dissipa con i titoli di coda- del Joker è probabilmente il fratellastro.

Concludo spendendo una parola su Joaquin Phoenix, sul quale non mi soffermerei nemmeno se tutti i commenti sul film non vertessero unicamente su di lui (sintomo, come dice giustamente solitecose, della miseria del prodotto). Il cinema è l'arte del montaggio, e questo perché è il montaggio lo specifico del cinema. Se i miei interessi concernono le grandi prove attoriali, allora vado a teatro. Ripeto: vado a teatro. Non metto in discussione la preparazione tecnica di questa gente (ai cui virtuosismi, personalmente, sono assolutamente impermeabile), ma essa è fuori luogo. Tanto più che risulta, il più delle volte, gratuita e piena di sé.


* Ovverosia, uccide il personaggio interpretato da Robert de Niro. Non sarà forse che il regista intenda dire che il suo film ha sorpassato Taxi Driver? Non lo so. Ma, se così fosse, che si prenda alla lettera il messaggio di cui si fa mallevadore: ci si occupi della sua follia e lo si interni in un manicomio.

** "Se devo mandare un messaggio, vado in posta" - David Lynch

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Ultima risposta 29/11/2019 14.51.34
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SWEET VIRGINIA  @  18/11/2019 18:39:00
   6½ / 10
PRESENTATO DAI PIU' COME UN "NOVELLO" TAXY DRIVER IN REALTA' DEL CAPOLAVORO DI SCORSESE HA BEN POCO SE NON ..... L'ABILISSIMA SCOPIAZZATURA. LA TRAMA PRESENTA NUMEROSI BUCHI ED E' PIUTTOSTO PIATTA, POCO ARTICOLATA, DICIAMO PURE......CHE E' UN'ABILE SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE.
PER QUANTO RIGUARDA INVECE L'INTERPRETAZIONE DI PHOENIX, BE'...QUELLA E' INDUBBIAMENTE NOTEVOLE, ANZI POSSIAMO AFFERMARE CON CERTEZZA, CHE L'INTERO FILM SI BASA ESCLUSIVAMENTE SU DI ESSA, E SENZA LA QUALE SAREBBE STATO POCA COSA.
CONCLUDENDO ..... UN FILM MODESTO IMPREZIOSITO DA UNA GRANDE PROVA ATTORIALE. .....E PER FAVORE LASCIAMO PERDERE TAXY DRIVER, CHE E' SU BEN ALTRI LIVELLI. AD MAJORA

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Ultima risposta 03/01/2020 11.16.59
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Budojo Jocan  @  17/11/2019 10:58:37
   7 / 10
Nonostante temi importanti vengano trattati superficialmente (ma in 2 ore probabilmente non si poteva fare di meglio), il film mi è abbastanza piaciuto, ma ben ben ben lungi dall'essere un capolavoro. La sceneggiatura è magra come Joaquin, consiglio a entrambi di andare in un Mc Donald a rifocillarsi.

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Ultima risposta 18/11/2019 21.16.22
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solitecose  @  17/11/2019 00:07:31
   4 / 10
Forse ho visto un film diverso dagli altri, ma dissento fortemente da tutti i commenti che ho letto. A me sembra una buona prova di recitazione, forse sopra la media, all'interno di una sceneggiatura debole e zeppa rasa di cliché, tutta la storia è un cliché dopo l'altro, sai già quello che succede e dove porterà ogni azione del film.
Non capisco davvero tutto questo hype che si è creato e davvero non trovo come possa essere considerato un capolavoro. Il fatto che si parlasse molto della recitazione del buon Gioacchino mi aveva già insospettito sul fatto che la trama fosse deludente, raramente si parla così tanto di un attore se il film è allo stesso livello.
Forse è stupefacente perché è un film di un supereroe? Bah, questo ci fa capire quanto siamo caduti in basso.
Non capisco dove voleva andare a parare, quale è la critica sociale se ce ne è una.. non so.
Per piacere però smettiamola di paragonarlo a taxi driver ! Non è nemmeno lo stesso sport...

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Ultima risposta 26/11/2019 08.16.16
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floyd80  @  04/11/2019 15:16:05
   10 / 10
Quando ti colpisce un film?
Quando ci ripensi e ci ripensi e ci ripensi, anche dopo giorni, anche dopo settimane.
Questo è The Joker che verrà ricordato negli anni a venire come una delle migliori pellicole dal 2010 al 2020.
Cosa aggiungere a quanto già scritto dagli altri? Nulla, se amate il cinema dovete vederlo, semplice.

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Ultima risposta 26/11/2019 08.18.09
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LucaT  @  24/10/2019 04:34:35
   9 / 10
un film che pensavo a tavolino -non mi piacerà-
perchè già dalle premesse cambiava a suo modo -lo stile-
che tratta di un personaggio che dovrei conoscere
e che nasce da un preciso contesto -il mondo DC-
non ha l'impronta DC come i film dei vari supereroi visti fino ad ora
ma al contrario si è rivelato un film unico

Joaquin Phoenix degno e a testa alta di essere chiamato attore

un film che è distinzione tra un opera cinematografica
un buon film e le cag**e commerciali più o meno riuscite
nel convincere gli ignoranti della massa

questo è un film che nel suo contesto per me risulta essere eccellente

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Ultima risposta 27/10/2019 04.18.49
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Pianetasud  @  22/10/2019 19:21:33
   2 / 10
Angosciante e deprimente. Ok che un film deve emozionare… Però quando le emozioni sono prevalentemente negative e inquietanti non va bene... Alla larga.

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Ultima risposta 07/11/2019 00.36.37
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massapucci  @  22/10/2019 03:05:05
   6½ / 10
Non ci siamo, non ci siamo.
Ormai il panorama artistico di questo Paese (ma si può benissimo generalizzare a una fetta di mondo) s'è così inaridito che non si vede l'ora alla prima occasione propizia di gridare al capolavoro, quasi per disperazione direi!
La regia è elementare. La colonna sonora e gli effetti audio altrettanto. La sceneggiatura assente. E' vero che la prestazione di Phoenix è molto buona, quasi mai di maniera, ma resta pur sempre non coadiuvata dalla scrittura del personaggio. In questo senso l'interpretazione di Phoenix ha quasi del commovente: ha davvero dovuto costruire un personaggio sul niente - e si vede, eccome se si vede.
Il Joker che ne è venuto fuori non è per nulla profondo, manifesta una personalità sfilacciata che non restituisce una ambiguità di fondo - che era quello che mi aspettavo di trovare in questo film -, e le cui increspature umorali sono di superficie, hanno del casuale, dell'inconsistente.
Questo film ha il tono di quei flashback che nei fumetti hanno la pretesa di risolvere la complessità di un personaggio in poche tavole. Ci tengo molto a questa considerazione, perciò insisto: più che un film mi è sembrato un flashback a guisa di quei fumetti (non necessariamente americani) di lungo corso che vogliono o debbono tornare su un personaggio di successo, e che si scontrano in ciò, quasi mai venendone a capo, con la difficoltà di dover ricondurre a cause empiriche una complessità di per sé autosufficiente, compatta, funzionante (per lo meno fino a quel momento).
Un'occasione sprecata questo Joker.

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Ultima risposta 26/10/2019 01.33.00
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JOKER1926  @  19/10/2019 03:23:00
   8 / 10
Il Jolly è una carta che comporta grandi eccezioni alle regole del gioco.

Su questa base concettuale, la figura di Joker, è stata sempre profonda, o perlomeno è stata figlia di un simbolismo non banale.
Todd Phillips sgancia tutte le chip su una giocata matematicamente vincente, Joaquin Phoenix è nella parte del personaggio , Joker.
Non esistono , dopotutto, tante icone, in grado di attrarre e coinvolgere "forfettariamente" e caoticamente un numero elevatissimo di persone (spettatori).
Lo scopo della regia è quello di portare in auge la forma mentis di Joker, fra i cunicoli stretti di una vita che lascia poco campo alla rosea immaginazione. L'operazione cinematografica , ovviamente, non ha nulla a che fare con la filologia dei fumetti e delle baggianate improntate su battaglie metropolitane. Batman è al bar a farsi una tisana calda salutare.

"Joker" di Phillips cavalca il suo Aion, non è nel kronos, ma nel suo eterno presente, muore vivendo nel suo biosistema, vive in un tempo non inclusivo.

C'è spazio solo per la passione del personaggio, un film terribilmente umano nei suoi sprazzi di inesorabile disumanità. La chiave del film risiede in questi concetti; l'iconografia (quella del Joker) presta il volto ma non il significato. "Joker" è un'interpretazione , un mezzo per analizzare una società non paritetica e affossata in lotte intestine. Le letture proposte dalla regia sono scontate (nel senso più squisito del termine) e mostrano l'alienazione e la discriminazione che rovesciano il tavolo da gioco. Non è politica, è verità.

Coadiuvato da Joaquin Phoenix, il film , prende una linea ben precisa, "Joker" percorre a grandi velocità le vie del successo. Phoenix qui è artifex, cioè una macchina attoriale che mette in pratica ciò che teorizzava Carmelo Bene (teatro/cinema sono dettagli adesso) , l'attore, così nella parte ,che dissolve il proprio io al cospetto di un processo metafisico che lo estranea dalla propria corporeità per renderlo infinito perché privo del proprio corpo. De Niro è bravo bravissimo, ma in questi casi , come nel poker gergale, è solo un onesto kicker
.
Nel tecnicismo di una regia debordante, da segnalare un paio di sequenze che al Cinema, mediamente, si vedono ogni dieci/quindici anni.
"Joker" è un laborioso e complesso progetto di rilettura e restauro, un modo intelligente e diverso di giocare di sponda: partire da Joker per arrivare all'uomo.

"Si diventa disumani per un eccesso di umanità"; Carmelo Bene.

JOKER1926

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Ultima risposta 29/10/2019 16.23.35
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RDN92  @  14/10/2019 14:39:35
   8½ / 10
Sono già in molti coloro che etichettano questo film come "d'autore" in maniera, direi, del tutto fuorviante, basando le loro impressioni su una storia che si discosta, senza alcun dubbio, dai pre-confezionati film supereroistici e tratti temi più profondi, sociali e avvicinandosi a un cinema più impegnato e meno di genere (appunto, supereroistico).
Per me, al contrario, è essenziale inquadrare questo film all'interno di una cornice "main stream", che mai e poi mai è da additare come una parolaccia, se vista nella giusta prospettiva.
Questo film si rivolge al grande pubblico e lo fa rispettando, comunque, determinati canoni del cinema di massa hollywoodiano.
Stento davvero a credere che Phillips (un regista di commedie, per lo più, non che lo voglia marchiare a fuoco con questo) desiderasse spingere il suo "impegno" (chiamiamolo così, insomma) verso livelli più alti, strizzando l'occhio a una critica più sopraffina. Parliamo pur sempre di un personaggio appartenente alla grande cultura di massa.
Ciò non di meno, egli lo fa con un certo gusto nelle immagini e in particolar modo una fotografia, tra realismo e fumetto, intonata all'umore del protagonista e alla degradante realtà sociale nella quale vive, vissuta attraverso i suoi stati d'animo, e facendo pienamente attenzione alla crescita del personaggio durante tutto l'arco del film. Sì, perché nulla è lasciato al caso e scopriamo sempre, attimo per attimo, minuto per minuto, cosa scatena la follia in Arthur Fleck.
Ma la follia è solo un tratto consequenziale, poiché il film accende i riflettori soprattutto sul tema della solitudine, il reale disagio alla base della vita di Fleck.
Giungo tardi a scrivere la mia recensione e ciò mi costringe a ripetere analisi già estrapolate da altri, ma perché sono sicuro che un pò tutti abbiamo empatizzato col protagonista, giustificandolo, forse, a tratti.
Va dato atto che il caos dentro Fleck appartiene a tutti noi e, se opportunamente stimolato, esce fuori dirompente, ma non posso dire con certezza che tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo sentiti come lui, soli e incompresi, schiacciati dalla nostra condizione, incapaci di materializzare i nostri sogni, probabilmente perché, in fondo, non ne eravamo all'altezza o ci avevano ingannato. Ci sono le vittime e ci sono i carnefici, i predatori e le prede.
Ma allora perché scandalizzarsi e decantare "moralità" quando le vittime si scatenano (nel senso proprio di "liberarsi dalle catene") e reagiscono, privi degli strumenti adeguati (e culturali) per farlo, con violenza, dibattendosi ferocemente, impazzendo anche?
Già, perché agli umiliati (soprattutto quelli appartenenti alle classi meno abbienti, come Fleck, sebbene io preferisca riferirmi a una più generale condizione umana) manca culturalmente una via d'uscita alla sottomissione, ubriachi come sono (siamo) dalle grandi ideologie sataniste promulgate dall'alto dei cieli (quelli in terra), per mano dei media.
Del resto, Arthur vive con la grande illusione di poter, un giorno, divenire qualcuno in televisione, un grande comico, e cioè avere un grande genitore (nota dolente alla sua storia personale) che lo abbracci e lo faccia sentire accettato, ovvero la nota dolente alla storia personale di tutti noi: l'essere riconosciuti all'interno di un gruppo. Ma, come ho detto, si parla di sogni ingannatori, indotti e mai veramente propri.
Cosa resta loro, dunque, se non impazzire, dal momento che quel piccolo barlume di lucidità, molto precario, viene guardato con indifferenza, bollato come diverso?
Non stupiamoci, quindi, se un giorno quei pazzi che noi stessi abbiamo creato (evitando di preoccuparci di loro, ghettizzandoli) si rivolteranno contro di noi, incanalando la loro più che giustificata rabbia (perché, perbacco, se la rabbia del Joker ha un fondamento) nella violenza e nel caos, ciò che per loro, a questo punto, ha davvero più senso (e qui un qualcosa in comune con Ledger).
E come il saggio Alfred ci disse, riferendosi proprio a quell'altro Joker: "certa gente vuole solo veder bruciare il mondo".
E da qui il grande climax finale, dove quel pensiero trova concretizzazione e nel quale, finalmente, Arthur trova la sua casa, un luogo e un branco all'interno del quale potersi identificare, affermare di esistere, esserne addirittura il primo discepolo, il caos, la rivolta dei pazzi.
Finalmente Arthur ritrova il sorriso e una ragione per "far sorridere".
Una comicità del caos.
"Non è bellissimo?"
Insomma, alla fine il cinema ci fornisce una chiave di lettura a tutto tondo di questo iconico personaggio, molto diverso dai suoi predecessori.
Nicholson e Ledger erano i "villain", i cattivi per eccellenza, le controparti dell'eroe (Batman), e nonostante le loro azioni avessero un valore (Nicholson era più farsesco, solo in Ledger si ravvisava una certa etica nelle sue azioni spregiudicate), il loro obiettivo era quello di esaltare i valori positivi del supereroe. In questo film avviene un brillante ribaltamento e, paradossalmente, Joker assume le sembianze di un "eroe", un giustiziere, per contro ai suoi "nemici", ovvero la società e i suoi mastini, incarnati nel ricco Thomas Wayne e nello showman De Niro.
Essi hanno, ancor più paradossale, un carattere anche più ambiguo di quello di Fleck: Wayne è un politico demagogo, finge interesse per gli umili ma li prende a pugni in faccia (letteralmente!) appena gli si accostano e chiedono aiuto, per non parlare del suo proclama sprezzante e caritatevole, dove afferma di voler aiutare non delle persone, ma dei poveri disperati, dei clown. Vuole gettare la spazzatura, non realmente sanarla, ed è sottointeso che i suoi interessi guardano in direzione dell'elite a cui appartiene (il pensiero mi va subito alla famiglia Clinton). De Niro, invece, è l'uomo di spettacolo affabile e accogliente, ma sotto sotto infido e ipocrita.
Entrambi, insomma, sono vestiti di una morale di plastica e decadente, dal loro pulpito emanano sentenze, investiti come sono del potere mediatico e politico, del loro carisma da venditore di aspirapolveri e del potere che, ignara, la massa gli fornisce, svuotandosi del proprio. Per contro, come dicevo a proposito del paradosso, assumono una certa incoerenza al cospetto del Joker, coerente nel suo essere folle e assassino.
Una persistente critica "trumpiana" del cinema americano, ma questa volta lontana da facezie, colpi gratuiti e buonismi borghesucci. Parlo di quei (buoni, s'intende) "filmetti" come Green Book e The Shape of Water (che non mi è proprio piaciuto), scansando le nobili intenzioni di Cuaròn e la satira pungente di McKay col suo Vice. Il punto sostanziale qui è davvero evitare facili derive estremiste e violente di facinorosi, promuovendo una classe politica democratica e saggia e realmente attenta ai bisogni della popolazione più disagiata.
Venitemi ancora a parlare di presunta "autorialità"! Abbiamo dimostrato che non esiste la necessità di fare gli autori per inserire tutti questi elementi e punti di osservazione all'interno di un film fatto bene, anzi, egregiamente.
Ci ricorda che il cinema main stream non solletica solo le parti basse del pubblico più pecorone, che non desidera concentrarsi e impegnarsi a capire, ma che si sforza di dialogare col pubblico più variegato grazie ai suoi elementi più caratteristici.
Suppongo che al toto oscar tutti noi punteremo il nostro euro su Phoenix, straordinario interprete al pari di Nicholson e Ledger.
Non voglio assolutamente fare paragoni, i tre Joker sono unici nelle loro peculiarità fornitegli da questi tre grandi attori, ma certo quello di Phoenix si può definire come il più completo, il più ricco di sfaccettature, il più complesso e, dunque, quello che necessitava di una prova attoriale maggiore.
La visione di un Phoenix/Fleck smunto, magrissimo, scheletrico, fanciullo spaurito in mezzo a un branco di lupi, con quella sua vocina tenera (lode al young Giannini, nuovamente, ma recupererò l'originale) e gli occhi da cucciolotto, è davvero straziante, ma allo stesso tempo intimorisce per il suo lato oscuro. Dall'altra parte, lode al sempre grande De Niro, una particina la sua, ma essenziale e perfettamente caratterizzata dal grande attore, quasi in disparte per meglio risaltare le qualità di Phoenix.
Si sprecano i rimandi "scorsesiani", produttore esecutivo: la comunanza con Brickle, la mano a pistola alla tempia, la finta intervista a la Re per una Notte, per un film che è già mito. Determinate scene come il sorriso finale, la danza sulle scalinate, sono già impresse nella memoria collettiva e non mancheranno di citazioni.
Non posso dire quale sarà il destino di questo film di fronte alle importanti cerimonie di premiazione che lo attenderanno, è già stato parecchio sorprendente il Leone D'oro che, a mio avviso, è stata la ragione alla base di questa incomprensione fra autorialità e main stream (ma Venezia si sta sempre più aprendo al main stream).
Fatto sta che, per voto unanime, ci troviamo di fronte al miglior film del 2019 e della prossima stagione cinematografica.












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Ultima risposta 14/10/2019 14.50.06
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Spera  @  14/10/2019 14:08:50
   7½ / 10
Il titolo "Joker" pare una trovata di marketing davvero geniale: il film poteva benissimo chiamarsi "Arthur".
Ma chi sarebbe andato al cinema a vederlo? Penso in pochi cinefili... Invece questo titolo ha attirato folle di spettatori nelle sale, complimenti.
Si insinua addirittura il dubbio che questo Joker, non sia il vero antagonista di Batman ma che potrebbe essere uno "dei tanti" dal quale, l'acerrimo nemico dell'eroe, abbia preso ispirazione.
Ma tralasciamo il titolo e veniamo al film.

La sceneggiatura, nonchè il risultato finale, secondo me presenta non pochi problemi, per fortuna la prova di Phoenix è valsa il costo del biglietto (il "grosso" del voto è per lui).
La prima parte è infarcita di scene di una banalità mostruosa e poco orinali (aggressione dei ragazzini a inizio film o anche aggressione della ragazza da parte dei 3 ragazzoni che lanciano le patatine; da capire se si tratta di immaginario fanciullesco del protagonista o meno ma solo così mi spiegherei tanta banalità) e si cerca di tracciare il profilo di un reietto con scene scontate e tutte già viste.
Per fortuna, anche qui, Phoenix salva la baracca.
Insomma non ero tanto preso dal film quanto dalla fisicità di un attore e la sua ottima prova.
Idem per la scena nella metropolitana dove avvengono i primi omicidi che mi hanno lasciato attonito:


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Detto questo ho apprezzato di più la seconda parte, quando Arthur ha la sua rivincita, dopo i fatti banali che cercano di presentarlo come un rifiuto della società.
Ero speranzoso in un gran finale ma invece nel momento chiave dell'invito al talk show ricadiamo in un dialogo banale e telefonatissimo.
Tutto si è rivelato come mi aspettavo ma ho voluto vedere con i miei occhi: un buon film con un attore molto bravo.
Da un lato anche Phoenix non è stato come credevo, trattandosi del Joker, mi aspettavo un'interpretazione molto più dettagliata di espressioni e con una mimica facciale molto curata e particolareggiata oltre quella del corpo.
Infatti la mimica del corpo è fantastica ma quella facciale un po' meno, dopo la prima parte monotale caratterizzata da quella risata malata mi aspettavo qualcosa di più nell'evoluzione del personaggio.
Personalmente preferisco ancora i JOKER di Heath Ledger e Nicholson (certo diversi ma il confronto è inevitabile) anche se questa interpretazione rimarrà degna di nota (per quanto mi riguarda non come Joker ma come Arthur).

Questo film non è un film di super eroi, tantomeno un film su Joker ma è un film su una delle tante persone sole che popolano il pianeta.
E di questi film ne ho visti parecchi, secondo me è difficile parlare di questi temi alla luce dei riflettori di Hollywood e delle sue grandiose colonne sonore, è tutto troppo spettacolarizzato e non si riesce a raggiungere quella profondità necessaria che tocca il cuore (non dico che dovessimo raggiungere vette tipo "Taxi driver" a cui ci sono buoni rimandi o "Seul contre tous" ma mi aspettavo di più - ottimi invece i rimandi a "Re per una notte").
C'è di buono che il film si apre a numerose interpretazioni riguardo l'andamento degli eventi (immaginazione del nostro protagonista o realtà? Qual'è il confine tra i due mondi?) e sfiora (sfiora perchè non approfondisce in nessun modo) tematiche sociali e politiche (che secondo me Nolan e l'universo di Batman aveva già aperto quindi anche qui niente di nuovo) che fanno più da sfondo invece che essere reali spunti di riflessione (sai che c'è? Siamo nel 2019, buttiamoci dentro anche cenni alla pattumiera e alla criminalità dilagante così il film diventa anche attuale e impegnato, bah...)
Che Gotham fosse una città socialmente in difficoltà e bisognosa di un eroe (Batman o un politico) lo sapevamo già e non si aggiunge niente di nuove alle solite tematiche sociali se non attualizzandole leggermente.
Il film, inoltre, solleva un dubbio importante, questa volta connesso, sì, alle vicende di Batman:


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In definitiva, un buon film segnato da una grande interpretazione.
Solo me lo aspettavo diverso.
Sinceramente fatico a capire l'elevazione a capolavoro di questo prodotto, per me davvero esagerata.
Per l'interpretazione invece potrebbe arrivare un'oscar di cui non mi sorprenderei; il personaggio di Joker ha già ucciso un attore, speriamo che a Phoenix vada meglio.

"Spero che la mia morte abbia più senso della mia vita"
(A questo mi riferisco quando parlo di profondità ma purtroppo è stato solo un cenno)

2 risposte al commento
Ultima risposta 16/10/2019 13.45.42
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Buba Smith  @  12/10/2019 00:51:40
   5 / 10
A me non è piaciuto

Ok, l'interpretazione di Phoenix, è sicuramente superba.

Ma ho sempre trovato il film come sul punto di decollare più e più volte senza che in realtà ciò capitasse mai.


Un altra cosa, che non centra con il commento del film.

Parliamo un attimo di date.

Se in questa pellicola Bruce Wayne ha diciamo... 10 anni? E il nostro joker ne ha... 45?

Significa poi che batman si ritrova a 40 anni ad affrontare un Joker di 80 anni? o mi sono perso io qualcosa?

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Ultima risposta 08/02/2020 11.13.59
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mrmassori  @  10/10/2019 14:54:01
   8 / 10
Premetto subito nel dire che non si tratta del capolavoro e del film che acclamano come apoteosi della sociologia e spaccato dell'alienazione e della società malata e bla bla bla. Signori, c'è stato taxi driver e quello si che è stato e sarà per sempre ricordato nella storia del cinema, (e non solo), come un capolavoro, di quelli imprescindibili. Si tratta senza dubbio di un film ben fatto e applausi per Joaquin Phoenix che è il fulcro perfetto di tutto il lavoro ornato e messo su da Todd Phillips. Il regista ha anche ammesso apertamente di aver voluto omaggiare il grande maestro Scorsese e i suoi Taxi driver e re per una notte, ed è venuto così fuori un film che è diciamo sintesi tra quei due assemblato ad hoc con la storia e le vicessitudini del joker. Un'operazione del genere è da apprezzare poichè nel 2019 quasi la totalità della gente non va alla ricerca del cinema vero, quello più puro e vero che ha fatto la storia. Tuttavia mettiamo le carte in tavola ben scoperte. Ed è così che molti gridano al capolavoro non sapendo che c'è un grandissimo passato, che credo proprio (almeno in ambito cinematografico) non potra mai più essere eguagliato. Comunque sia, dopo questa premessa, posso affermare che nel complesso si tratta di un bel film.

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Ultima risposta 11/10/2019 11.50.55
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Invia una mail all'autore del commento tnx_hitman  @  06/10/2019 20:58:01
   9½ / 10
Non si può scappare dal percorso prestabilito; Todd Phillips decide di rimuovere ogni elemento salvifico, ogni figura di spicco positiva. Non rimane nient'altro che il caos, una fiamma che divampa e si fa largo in una Gotham affollata e allo stesso tempo desolata, lasciata al suo destino.

Il motore della trama è l'assenza di figure istituzionali che tengono sotto controllo
la città: nel film vi capiterà di sentir nominare di continuo dei super ratti in giro per le strade, emersi dal nulla. In verità siamo noi i ratti. Strisciamo ormai stanchi, l'andamento passivo-aggressivo che definisce un'intera generazione qui viene messa in primissimo piano. E Arthur vorrebbe soltanto donarci il sorriso, ma con quanta efficacia, se tanto la società ti usa e ti conduce alla pazzia? La sceneggiatura è davvero accurata, si rifiuta categoricamente di proporre soluzioni di comodo e ci sbatte in faccia un apocalisse di rivolte e controversie, con un mondo ormai perduto e in procinto di autodistruggersi. JOKER è anarchia pura: da parte di un regista stanco di arrangiarsi con commedie tanto da cimentarsi in una tragedia
travestita da commedia.

Lawrence Sher alla fotografia tenta di inserire nel girato sprazzi di colori accesi, un tentativo disperato che viene strozzato dalla risata struggente di Arthur. Una risata forzata, una rabbia repressa mai manifestata nella sua totalità, un disturbo psico-fisico devastante che divora l'ambientazione già di suo opprimente. Non c'è nessun
appiglio, ogni reparto che possiamo provare a nominare non offre appigli per poterci risollevare.

Di punto di vista ce n'è uno soltanto, ed è il peggiore che ci potesse capitare: uno squilibrato non per scelta, un potenziale delinquente che è pronto a compiere stragi per farsi notare, per imprimere un immagine indelebile nel cuore e nella mente degli abitanti di Gotham e degli spettatori. L'imprevedibilità fatta persona. Il principe del crimine, la trasformazione è compiuta. Il Joker.

Immenso.

1 risposta al commento
Ultima risposta 08/10/2019 12.57.57
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